Non è l'unica, nella mia vita, e credo nemmeno nella vostra.
Quando si parla di piccola persona squallida la mente di ognuno di noi corre a più soggetti incrociati nella diverse fasi dell'esistenza.
Ma attualmente il principe dello squallore molesto è il rotondissimo ciccio, in attesa, così dice, di un processo. Immagino a suo carico, dato che la compagnia di un tafano incattivito sotto le lenzuola sarebbe stata una più piacevole compagnia in questi giorni.
L'abbiamo visto e sentito sragionare istericamente ogni secondo della settimana, di fatto facendoci perdere mezze giornate per volta, sommergendoci di lavoro inutile e pesante, tanto e cretino e soprattutto infattibile, per motivi esterni e interni.
In pochi giorni ho pensato più e più volte al giorno di darmi malata.
Una tecnica di sopravvivenza in un periodo dove mi sento un po' un parafulmine, che attrae lavoro e soprattutto grane in quantità. In genere non sono il tipo di persona che si innervosisce, anzi.
Ma so anche quanto lavoro riesco a fare in una giornata di media tranquillità. Non parliamo di quando invece si è infastiditi a tutto andare, con argomentazioni pretestuose e banali, sempre espresse in maniera volgare e assolutamente non professionale.
Anche Pietro ci mette del suo, in genere peggiorando le cose, intervenendo mettendo becco ovunque, in tutto ciò che non lo riguarda, in genere in maniera approssimativa e petulante, prolungando lo strazio e le scemenze.
Come fare a sopravvivere, posto che, al termine di questo stillicidio non vi è alcun premio, né speranza di miglioramento?
Soprattutto l'inutilità di questo tiro alla fune si incrocia con il concetto di rispetto di sé e di cura di sé.
Esasperare lo stress e i conseguenti disturbi fisici legati ad una esagerata usura delle proprie risorse psicofisiche non è una buona idea. La volontà di voler dimostrare qualcosa è nulla, proprio perché i somari che mi circondano non capirebbero meno di niente.
Professionalità, è un termine che nemmeno ha sfiorato certe testa.
Qual è il maggior errore, mollare o resistere a tutti i costi?
Mi dispiace per i miei colleghi, sui quali ricade tutto il lavoro.Ma mi deve davvero dispiacere?
Ha un senso che mi dispiaccia?
Non so, forse sarebbe meglio riguardare la propria salute, fisica e mentale.
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