Sono le nove di martedì sera 28 maggio, a Novara, in Piazza Martiri. Il cielo è velato da nuvoloni minacciosi, un vento freddo più simile a quello di novembre alla brezza primaverile mi consiglia di rimanere in auto mentre aspetto Teresa e Anna.
Mi colpisce la vitalità e il viavai di questa Piazza, in cui vedo auto che vanno e vengono, giovani che parcheggiano e che si trovano. Gruppi di ragazze ben vestite, coppie che camminano mano nella mano, ragazzi che scherzano.
Il bar in cui ci fermiamo a lungo non è molto pieno, ma si riempie in poco tempo. Amici, famiglie, coppie, che chiacchierano, bevono qualcosa, mangiano un gelato. Mi chiedono pure una foto...
E rifletto, mentre torno lentamente verso casa nella notte, su quanto siano valsi tutti i sacrifici che ho fatto, da ragazza, da studentessa, da giovane lavoratrice. Le sveglie alle 6 del mattino, i we passati in casa sui libri, i bei voti, l'andare a dormire alle 9, il presenzialismo a scapito di tutto.
Tutto quello a cui ho rinunciato nella speranza di avere uan vita migliore poi.
Chiaro che ormai non si può tornare indietro, recuperare anche in modo ridicolo gli anni persi.
Ma che sia da monito per il futuro e da ago della bilancia per pesare cosa davvero vale.
Nessun commento:
Posta un commento