Un segno del destino, un caso, forse, fatto sta che per due volte in due giorni la morte è venuta a ricordarmi la brevità e l'incertezza del destino umano.
Dopo lunga e penosa malattia, sempre per citare Vitali, è mancato un mio anziano vicino di casa, affetto da molti anni dal morbo di Parkinson, e da tempo ricoverato negli ospedali della zona per una complicazione legata all'impossibilità di assumere antibiotici sorta in seguito a una banale influenza.
Premetto che adoro la Gianna, la moglie che l'ha accudito per tanto tempo, durante questa penosa malattia con una straordinaria devozione e forza d'animo, fosse solo per il fatto che tutte le volte che mi vede fa sempre i complimenti per quanto sono bella e lo dice con convinzione (un'idea che nemmeno mia mamma ha maturato....). Sono anche preoccupata per lei, per quando l'intera gravità della cosa le si paleserà davanti, insieme alla solitudine.
Però non posso fare a meno di raccontarvi della mia visita che ha assunto i toni del surreale. Quando è stata resa nota la disgrazia, metà vicinato, mia mamma compresa, si è preoccupato dei fiori, ma soprattutto della visita, cadavere presente.
Tutte le scuse sono state tirate in ballo, chi aveva il nipotino lo ha usato come scusa per rimanere fuori da casa, chi non lo aveva pareva che avesse la lava sotto i piedi per la velocità della visita. Con grande sacrificio, mia mamma che ha la fobia dei morti e dei cimiteri si è recata in visita. Ne ha parlato per un sacco di tempo e quindi immagino quanto le sia costato.
Insomma, a un certo punto è stato chiaro che qualcuno doveva andare. Provate a indovinare chi?
Io, che sono decisamente meno impressionabile (tranne che per i cimiteri...) e che ho fatto di necessità virtù.
Sono arrivata a casa della Gianna, astutamente, circa un'ora prima del mio appuntamento dal medico per evitare che la visita si protraesse all'infinito. In giardino c'erano il figlio e la figlia, che si sono ben guardati dall'entrare. Arrivata la Gianna, è iniziata una sorta di "visita guidata" al morto. Mi è stata fatta ammirare la bara, decorata con rose (il suo fiore preferito), quindi è stata fatta una dettagliata descrizione dell'abbigliamento e di una bellissima maglia interista che, come da progetto, è stata fatta indossare sotti la giacca. Per fortuna è stata fermata dal figlio in tempo, che la ha ricordato quanta fatica sia costata la composizione del morto, prima che mettesse in atto il progetto di disfare mezza composizione per mostrarmi la suddetta maglia e il gagliardetto.
Visto che non ho dato segni di mancamento o alterazione, tutto questo è stato preso come segnale di incoraggiamento per proseguire in una descrizione dettagliatissima e implacabile dei malanni, dei malesseri e delle sofferenze degli ultimi giorni del poveretto, con particolare insistenza per la questione "caterere" che ha richiesto due ricoveri d'urgenza.
Al momento dell'uscita sono arrivate altre tre vecchiette, animate certo da buone intenzioni, e che avranno speso questi argomenti chissà quante altre volte. :- Oh Gianna ma come sei dimagrita, sei la metà di prima, Oh Gianna, come sei invecchiata.- -Ah, adesso sembri sollevata, ma vedrai, tra un po', che ricaduta avrai, come ti mancherà, l'ho provato io con mio marito, che dispiacere, non ti risollevi più eh?-. E via di questo passo, intercalando affermazioni a tratti incredibili a frasi fatte di dubbia opportunità tipo la vita è una ruota (e allora, ci è finito sotto?).
Stasera alle 8 e mezza ho il rosario.
Ci devo andare, speriamo che non ci sia il bis...
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