sabato 22 giugno 2013

Ahi, il coupon...

Non si può dire che non lo sapessi.
La mia esperienza di coupon è piuttosto approfondita, ormai, e comprare un coupon di un centro che ne mette online troppi e per le più svariate offerte di servizi non va bene. Perché campa di quello, perché poi il servizio non è all'altezza.
Però avevo bisogno di risparmiare un po', e quindi 3 cerette a 18 euro mi facevano gola, oltretutto in un posto comodissimo per me con i mezzi.
 
Il primo impatto doveva farmi capire già che avrei incontrato delle difficoltà. Nel prenotare la prima ceretta sono dovuta andare di persona. Nessuna risposta alle mail e nessuna alle chiamate.
Quando mi sono presentata, però, non c'era nessuno, e la ragazza mi ha spiegato che da qualche giorno avevano problemi di connessione telefonica, cosa che io ho giudicato del tutto plausibile.
 
Al primo appuntamento, 40 minuti di attesa.
Mi presento puntuale e trovo una discreta confusione. Mi viene giustificata con una cliente particolarmente esigente che ha fatto perdere tempo con le sue richieste del tutto estemporanee.
 
Ieri arrivo in quello che è un piccolo appartamento al piano rialzato di un condominio in zona Piola, per le 17, ora del mio appuntamento. Mi accoglie, se possibile, un assiepamento di persone perfino superiore a quello della volta scorsa. Entro e per circa una quarto d'ora nessuno si cura della mia presenza, come facessi parte dell'arredo. Intanto le impiegate vanno, vengono come schegge impazzite. Riesco a guadagnare una sedia delle due presenti, con fatica, mentre le altre compagne di sventura con lo sguardo rassegnato e perso nel vuoto attendono non si sa chi.
 
Lo spazio non c'è, e, mentre Vanessa, la mia estetista, sta facendo in diretta manicure e pedicure a una ragazza, una collega utilizza perfino una poltroncina della sala d'attesa per fare il suo servizio a un'altra. Come temevo sono stata costretta ad attendere la fine del trattamento per aspettare il mio turno ceretta. Intanto ho intorno altre facce brasate, di persone sconfortate che attendono.
Guardo l'orologio, incredibile dictu, anche stavolta più di 40 minuti di ritardo.
 
Vengo fatta accomodare nel separé, e mentre vanno e vengono le colleghe a chiedere le cose più disparate, creme, pezzi di tessuto per ceretta, e chissà che altro, mi accingo a sentire la nuova scusa, felice per altro di non aver atteso 40 minuti sul lettino mezza nuda come la volta scorsa.  
Stavolta si parla di una ragazza disabile che non aveva appuntamento e che doveva partire per Lourdes (! non invento nulla) oggi e l'ha pregata di farle la ceretta e lei non ha saputo dir di no.
E' talmente assurda che rischia di essere vera, ma anche no....
 
E qui viene il "bello".
La cera, dato il grande affollamento di clienti è sempre accesa. Per cui la temperatura è troppo alta. La volta scorsa pensavo fosse un caso, ma stavolta ho capito che è una costante. Per cui non è esattamente piacevole come esperienza. Come la scorsa volta mi trovo appiccicata, pregando di un avere strisce di pelle ancora "incolta" come un mese fa, e irritata da una cera all'inguine troppo frettolosa, ok lo strappo deciso, ma così è troppo...
Alla fine, mi tocca pure spalmarmi l'olio da sola, con questa tutta contenta che dice: - Eh, che bello mi hai fatto risparmiare tempo, hai così poco che non devo nemmeno ripassare...-. Basta che non debba ripassare io, però...
 
Insomma non ci siamo.
Mi sono simpatiche e hanno tutta la mia solidarietà nel tentare di tenere in piedi l'attività, ma sono troppo disorganizzate e devo perdere troppo tempo così per un servizio tutt'altro che soddisfacente.
Per cui... ancora una e poi passo.


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