Il 12 giugno 1929 nasceva Annelise Marie Frank.
Il 12 giugno 1942 Anna ricevette il suo diario, regalo per il suo tredicesimo compleanno. Da quel giorno Anna, fino quasi alla fine, annoterà pensieri, fatti, emozioni con una maturità, una lucidità e una sensibilità fuori dal comune e senza tempo.
Ho letto il diario di Anna al termine della V^ elementare, nell'estate.
Nell'immobile aria di Borgo, grondante di umidità, in cui nulla accade, passavo quella parte di pomeriggio in cui è impossibile uscire stesa sul letto di mia nonna. Allungata sul copriletto, dalla sua parte, quella vicino alla finestra dagli scuri socchiusi, una pagina è seguita all'altra.
Fuori non un alito di vento a muovere le foglie degli alberi di robinia lungo il corso malmesso della Biraga, la tv della nonna a rassicurare dietro il tramezzo, un anacronistico copriletto di ciniglia scolorita.
Per diversi giorni ho vissuto con Anna. Le ore tra la fine della lettura e l'inizio successivo erano della semplici pause dalla vita in quel momento reale.
Anna è stata la mia prima vera amica, qualcuno che, meraviglia della meraviglie, scriveva, vedeva e pensava con la mia stessa sensibilità. Per me, che in un piccolo paese gretto e limitato vivevo in apnea, sempre impegnata a non farmi notare, etichettata come bambina strana, solo perché ero un pochino più brava, intelligente e sensibile della media (bassa) del paese, goffa perché taciturna e timida, nulla è stato più come prima.
Anna mi ha in qualche modo rassicurato sulla correttezza del mio modo di essere, sul fatto che al mondo (e il mio era estremamente piccolo all'epoca) ci potevano essere persone che mi somigliavano, con cui virtualmente potevo creare una vera corrispondenza.
Leggendo le pagine del suo diario, non mi sono sentita più sola.
Posso dire con certezza che sono stata ad Amsterdam proprio per visitare la sua casa.
In quei piccolissimi ambienti, dietro la porta girevole, in cima alla scala ripidissima e strettissima, ho respirato l'aria che respirava Anna, ho visto lo stesso albero, ho guardato con i miei occhi quello che lei vedeva, ho ricordato le sue parole con tutta me stessa.
Se oggi Anna fosse viva avrebbe 84 anni.
Per me, per quanto mi riguarda, vivrà per sempre in me e in tutti coloro che si sono rispecchiati in lei e nelle sue pagine.
In un punto del suo diario si interrogava sul suo futuro e in particolare sulla sua sensibilità da adulta,
se, diventata grande, avrebbe trovato ridicole le pagine del suo diario e visto in maniera diversa gli altri e la realtà. Quello che ho imparato io è che le persone cambiano, con l'età, e tanto.
Ma il nocciolo della personalità rimane quello.
Tutte le vicende della vita ci distolgono, ci modificano, ci consumano anche, ma la sostanza, nel profondo rimane così com'è.
Questo blog che è la versione contemporanea di un diario, saluta oggi la mia foglia virtuale sull'albero di Anna, che per me è sempre presente.
Nessun commento:
Posta un commento