Più che un trionfo un sospiro di sollievo, più che una cavalcata gloriosa un trotto sommesso e grato. Così dev'essere sembrato al mio capo aver scampato il disastro, ovvero un esito poco brillante dell'inchiesta di soddisfazione organizzata per testare il gradimento della nuova rivista.
E sai che successone: un campione vastissimo, ovvero 40 sciagurati che valutano tanto il proprio tempo da farsi convincere a perdere mezze giornate per dei buoni carburante, di competenza e conoscenze dubbie, che si trova sotto il naso una rivista che non conosce, "imboccati" da domande surreali come possono essere soltanto quelle che vengono dal marketing (Cosa ne pensa della busta in cui viene spedito il giornale? C'è scritto finanza, poca privacy... chissà cosa penseranno i vicini, non è che mi mandano un accertamento?)
Insomma, due ore di baggianate soporifere, per un totale di 100 slides presentate in un inglese maccheronico, di cui noi, guarda un po' sentivamo solo l'eco dal pc di un collega, perché il nuovo megagalattico sistema di telefonia globale totale imperiale massima ha tutto tranne... il sonoro!
Una mazzata, altro che cavalcata delle walkirie.
Saltellando, 8 secondi dopo aver terminato la video, nemmeno il tempo di salutare, arriva Ciccio, con la stessa vitalità di una pop star di infimo livello che attende un responso del dietro le quinte: - E allora, e allora, come vi è sembrato? Cosa ne dite? -.
Mi sembra Ciobin per stazza e per movimento saltellante, manca solo il boing boing di sottofondo.
Per l'occasione ha indossato la giacca della Comunione che tiene in ufficio non-si-sa-mai e le scarpe da trekking, con camicia bianca (quella di ieri?) e i soliti jeans.
Si parla e si risponde da solo, girando in tondo come la pallina di un flipper, rimbalzando come un sufi lievitato, gli occhietti luccicano mentre il pancione si rilassa e gusta appieno lo scampato pericolo. Per un lavoro approssimato, disordinato, raffazzonato come è stato il suo progetto, non era un esito scontato, questo, neppure con l'esiguità del campione e la stupidità dei quesiti.
Ho in mente, dice, mentre rotea le bracciotte come mulinelli, brandendole per la stanza, ho in mente piccole modifiche che con pochissimo sforzo ci restituiranno una rivista favolosa o meglio, chiuderanno la bocca a un sacco di cretini (ah, ecco).
Una piccola aggiunta qui, una roba là...
Ma non sono ancora riuscito a risolvere un problema, come dire, e si volta verso di me (le mie pagine sono quelle più apprezzate, più chiare e meno criticate) in prima pagina che Pia ti consiglia, ha trovato questo prodotto per te... Perché sarebbe la dottoressa tal dei tali, la dottoressa Pia...
E mentre vaneggia spumoso inchioda pancia e gambette al suolo si volta verso di me e fa, oh, ma non potevi chiamarti che so, Antonietta, proprio Pia, ma che nome è, lasciatelo dire...
E avanti così, mentre nella mia mente si affollavano pensieri molto negativi, tra cui quello di una schiera di santi, beati e sante (o solo mia madre) che, scendendo dal Cielo, con pia beatitudine e calma gli facevano un mazzo così a turno e di santa ragione, siamo arrivati a pensare al mio nuovo nome.
Voi che dite, Suellen, Wanda, o che altro, o Gennifer, per essere intellettualmente all'altezza dell'evento?
P.S.: non è uno scherzo.
Nessun commento:
Posta un commento