Da qualche tempo abbiamo una nuova ospite in giardino, anzi due.
Le micine Sofia e Titti, incroci vezzosi tra gatti qualsiasi e persiani, che si trovano così bene da volersi piazzare in casa. Buffi esserini, con il capo piccolino e le code a ventaglio, caratterizzate da volontà di ferro e da un orologio biologico impressionante.
In quanto umani, prima siamo stati studiati a fondo. La diffidenza felina, che condivido e pratico, imponeva uno studio avanzato prima di decidere se fidarsi o meno. E così sono iniziati lunghi e prolungati giri a perlustrare il giardino e gli abitanti della casa.
A sbloccare la situazione, le crocchette appetitose con cui mia mamma ha addomesticato i diffidenti felini, e in particolare Sofia, che ora, ogni giorno, si presenta puntuale per ben tre volte, dimostrando di conoscere perfettamente le nostre abitudini: alle 6 del mattino davanti alla porta finestra, alle 12 sempre davanti alla cucina e tra le 19 e le 20 davanti alla finestra del bagno, da cui entra guardandosi intorno e stando ben alla larga dalla doccia (non si sa mai, qualche schizzo).
Punta, con lo sguardo e anche con i suoi dentini, alla ciotola del Teo, che con gran velocità dobbiamo mettere in salvo per evitare che spazzoli tutto.
Pur ammettendo che il Teo non ha preso bene questa abitudine alle visite quotidiane, tanto da rendere necessario spostare il gatto in una stanza chiusa per evitare la zuffa con pestaggio (da parte del mio rissoso vecchietto che ulula come un pazzo quando sente la Sofia) piano piano si abituano, o meglio, si abitua lui. Oggi, mentre cucinavo piatto su piatto, ho beccato i nostri che, in silenzio si annusavano.
Seduti specularmente uno da una parte e l'altro dall'altra della zanzariera, naso contro naso, stavano lì, senza, in apparenza, prepararsi alla rissa.
Un attimo, e la Sofia è andata via, preoccupata dalla mia presenza in grembiule, perdendosi nella calura estiva.
Nessun commento:
Posta un commento