venerdì 5 luglio 2013

I danni di Cavalli e Dolce&Gabbana

Qualche giorno fa, in treno, sedevo di fronte a una specie di bufalo maculato, sudato e sbuffante.
E riflettevo sui danni che hanno fatto, nel comune senso del pudore e del gusto gli stilisti cafoni per eccellenza, Cavalli e D&G.
 
Davanti a me una tizia corpulenta e sgraziata di mezza età, una specie di erinni in formato maxi, fasciata in un abito assolutamente sintetico, di tulle, interamente maculato, di una lunghezza letale per chiunque, modelle comprese.
 
La suddetta, sopracciglia a filo, pelle bianca e pallidissima, capello (scarso) a caschetto appiccicato alla testa e con un'improbabile azzurrino sulle palpebre, russava fragorosamente stringendo tra le mani artigliate di rosso, una borsa maculata taroccata marchiata D&G (o C o D....), corredata da un orologio marchiato, naturalmente D&G.
 
A completare il tutto sandali alla schiava da cui debordano piedoni grassi montati su polpaccioni allargati per far posto a gambe extrasize.
 
Questo è uno dei casi in cui mi chiedo: - Perché?.-
Perché ti metti addosso degli stracci orribili, che hanno solo un'etichetta a difesa della loro dignità?
Perché non ti guardi allo specchio prima di uscire?
Perché, se lo hai fatto, non fai un giro dall'oculista?
Perché non prendi atto del fatto che non tutto quello che ti spingono a comprare è adatto a te?
 
Capisco l'invidia del fantastico vello del Teodoro, ma, a differenza che a lui a te non sta bene ed è un dato di fatto.
 
E poi, ma voi avete visto come si conciano quelli lì?
E ancora prendete spunto da loro, vi fate influenzare da loro?
 
Mah.

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