A una settimana dal faticoso chiarimento, anzi, dalla lite, i rapporti sono improntati a una superficiale cordialità. Un saluto la mattina, uno la sera, scambi limitati e indispensabili, da parte mia una cortesia che è supremamente indifferente.
La novità è che non sento affatto la mancanza di nulla.
Non sento la mancanza delle pause caffè, né degli sms, né delle confidenze.
Mi è chiaro come il caritatevole progetto di star vicino a una persona tutto sommato fragile e preda di brutta gente è del tutto fallito. Non è semplicemente possibile, volendo preservare la mia sanità mentale.
A volte il vuoto è più desiderabile di un pieno illusorio, che si rivela solo pieno di sofferenze e di umiliazioni.
Il nostro si è riciclato a prendere il caffè con la nostra collega.
Dani mi ha raccontato che la scorsa settimana gli ha rinfacciato di non aver più rapporti con lui come prima, che non parlano più di nulla, facendogli una scenata che manco una fidanzata gelosa...
Credo che si senta isolato, alla fine ha fatto tutto lui.
Tante volte mi soffermo cercando di scorgere nello sfacelo attuale gli indizi della persona che è stata.
Talvolta mi viene malinconia, pensando a quello che siamo stati, all'entusiasmo e alla speranza che avevo, e a tutto quello che non siamo diventati.
Alla fine, è tutto il tempo, le occasioni che mi ha rubato e le bugie e le omissioni che hanno distrutto il nostro rapporto.
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