venerdì 12 luglio 2013

Il dramma del Gianduiotto

Stamattina una notizia mi folgora: la Pernigotti venduta al gruppo turco Toksoz.
Non fraintendetemi, ma il gianduiotto turco proprio non si può sentire.
 
Colpita nell'orgoglio e nella gola (forse per un piemontese sono la stessa cosa) piango sopra al mio gianduiotto ceduto dala famiglia Averna.
 
E mi interrogo sul perché di questa scelta, che non che l'ultima di una serie di cessioni di pezzi da 90 che è stata fatta negli ultimi mesi da marchi noti e notissimi.
Era una produzione poco redditizia? Era quello che si usa dice "non più strategica"?
Era ora di andare in pensione?
Le banche lesinavano i fondi?
Forse tutte le cose insieme.
 
Mi chiedo ora cosa succederà ai "miei" gianduiotti (lo sanno tutti quelli di Novi che la zona sotto Pasqua è ben più della Fabbrica di cioccolato, nell'aria si respira Nutella e Gianduiotto.... e non smog).
 
Difendere l'italianità m'è parsa una costosa baggianata preelettorale nel caso di una scalcinata compagnia aerea di bandiera, ma, forse un po' meno nel caso di una forma di sapere e cultura prettamente italiana e che "fa" l'Italia e che è uno dei pochissimi motivi di orgoglio rimasti all'Italia, mangiare bene.
 
Però, in questo caso, il cioccolato l'hanno venduto il cachemire pure....
 
Mi stanno svuotando la regione.....
 
 
 

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