venerdì 5 luglio 2013

Coda di paglia

Una robusta dose di infantilismo e una lunga coda di paglia insieme caratterizzano il comportamento del barbone in fondo alla stanza, in seguito alla mia ferma presa di posizione degli scorsi giorni.
 
Evidente è l'imbarazzo del soggetto in questione, che per due giorni, dopo la mia uscita, non ha spiccicato parola, stando sprofondato nella sua seggiola con lo sguardo ostentatamente puntato sullo schermo del pc, fingendo di ignorare ogni cosa accadesse in ufficio, ma girando furtivamente lo sguardo tentando di non farsi beccare (dilettante).
 
Purtroppo questo aureo silenzio non è durato a lungo e, ahimè, l'anatra ha ritrovato l'uso della parola.
 
Divertente ed emblematico del soggetto in questione il comportamento al pranzo di ieri.
Prima della lite eravamo d'accordo con una collega molto simpatica per il pranzo di ieri. Lui si è trovato in imbarazzo, e probabilmente pensava che in qualche modo avrei declinato l'invito.
 
Sbagliato, non solo sono convinta di essere nel giusto, ma quando una cosa diventa una questione di principio, io mi intestardisco.
 
Luminosamente decisa a dare una lezione di stile al bifolco, prima che arrivi, spedisco una mail per rendere partecipi tutti della mia riunione, chiarendo così che ci sarei stata.
Divertentissimo lo svolgimento, che chiarisce appieno la pochezza e l'immaturità del soggetto.
Ovviamente trascina tutti in un posto lontano, ma lo davo per scontato, dato che avevo i tacchi alti, immaginavo, conoscendo la psicologia meschina del soggetto.
Non solo, ma oltre a costringermi a caracollare per un sacco di metri, sotto il sole cocente, per marciapiedi con selciato disastrato, ha anche cercato di farmi passare in mezzo al prato....
 
Ma bisognava vederlo, nel bugigattolo dove siamo andati alle prese con il titanico problema di sedersi lontano, essendo in tre al tavolo, e di parlare, invece di fare scena muta, non parlandomi, e contorcersi, poi, cercando di mantenere la maggior distanza possibile mentre sceglie al bancone, lungo 50 cm, con noi due di fianco, il cibo.
 
Alla fine ci ha ammorbate, o meglio, Adriana, dato che io non ero inclusa, sulla viabilità Milano Como, tra cantieri estivi e stradine. Interessantissimo, nulla da dire.
 
Aveva fretta di concludere, mentre io no, nemmeno un po'.
Anzi, lo trattavo senza foga, senza fretta, senza... problemi.
 
Ritorno a passo di carica, naturalmente, però per via più breve, con me calma e sorrridente, mal di piedi permettendo.
 
Ora ha adottato un'altra tecnica, quella di fare la ruota con chiunque passi di qui, blaterando a non finire anche con la nostra pianta da ufficio se necessario. A nastro e senza fine continua a sparare scemenze a tutto andare, tubando al telefono e di persona senza posa.
 
Insomma, una pena, cercando di rassicurare se stesso attraverso la recita del "personaggio pietro", in sintesi, una sberluccicante isterica checca, giusto per dar l'idea.
 
Io, intanto, proseguo serafica, certa del suo scopo, infastidirmi a più non posso con la sua querula vacuità.
 
E, lo ammetto, è davvero insopportabile, con quel suo parlare idiota senza posa.
 
 


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