Giusto per iniziare una settimana all'insegna del grigiore.
Pietro entra e, come sempre, chiede com'è andato il we di Pasqua. A un'ingenuo sembrerebbe interessato, così tanto da non togliersi nemmeno il cappotto per invitarmi a prendere un caffè.
Peccato che io lo conosca bene.
Sulle spalle porta lo zaino con cui è andato a Bologna a visitare i bambini e l'aspirante morosa.
E io, che gli ho detto che ero stata a Como, mi aspettavo la solita domanda, che, puntuale, è arrivata: - Con chi? -
Anche la mia risposta è arrivata: - Ma cosa ti interessa, chiedimi cosa ho fatto?.-.
Come da copione lui si offende, ma come, io che ti ho offerto una colomba con il mio interessamento...
Davanti alla macchinetta del caffè contengo il mio nervosismo, ma non la mia ritrovata schiettezza:- Non far finta di provare un qualsivoglia particolare interesse nei miei confronti, che non c'è ora e non c'è mai stato. Facciamo pure conversazione, ma il tuo interesse poteva manifestarsi solo passando le feste con me.-.
Ovviamente si offende, lui che ha tutti i diritti.
Sono solo le 9 e mezza del 2 aprile.
E di fronte ho una persona che sta cercando di "marcare il territorio" ovvero saggiare se sono ancora a sua disposizione qualora gli venisse lo sghiribizzo di metter su famiglia.
E' un mostro. Solo pensare di poter disporre della gente senza dare nulla nemmeno il minimo è un abominio. E adesso me ne rendo conto appieno.
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