Tempo fa ho scritto che il successo o la bontà di una relazione sta nel come ti fa sentire con te stessa.
Vi parlo oggi di una serie di riflessioni che sono scaturite dall'analisi successiva dei miei comportamenti e di quello che sto cercando di non fare più.
Mi sono resa conto di questo comportamento che si ripete costantemente nelle mie relazioni.
In sintesi si tratta di questo: prima decido inconsciamente che una persona mi piace, e poi, e non sempre, valuto il perché e il percome. Insomma, si tratta di un apprezzamento "a priori" e non in base a riscontri reali.
Il risultato è in genere catastrofico e spesso surreale, in cui, da una parte c'è la sottoscritta affascinata da un'ombra spesso presente solo nella mia testa, e dall'altra un perfetto sconosciuto, che il mio interesse senza senso contribuisce a non conoscere affatto nemmeno dopo.
Un po' come decidere di dover entrare a tutti i costi in un vestito, che ti sta magari male e non ti va bene...
Così, protesa a inseguire il nulla, mi trovo, in realtà proprio con un nulla, a volte anche impietoso.
Vorrei invertire la tendenza e passare dal concetto "piacere a tutti i costi" al "farsi convincere".
Una gran differenza: significa, in soldoni, passare dall'insicurezza del timore di non piacere a quello di ritenersi portatrice di valore e quindi meritevole di scelta.
Ma significa anche lavorare sulle proprie idee e sulla volontà di vedere e di ragionare su quello che si vede, che si vive, che si sente e parlarne. Soprattutto questa cosa mi riesce difficile.
Oltre che, e questo è un punto fondamentale, avere fiducia. In sé, nel domani, negli altri (non tutti).
Quello che mi auguro, e che vorrei portare avanti, è di essere sempre presente a me stessa.
Ma senza costruire alte barricate, poggiate sul nulla, come in passato.
Nessun commento:
Posta un commento