Dedicato alle varie signore Sotutto e Facciotutto.
Piove forte, è mattina presto, una mattina d'inverno grigia e umida.
La gente si affolla insofferente, caracollando giù dal treno, in mezzo a pozze d'acqua e ombrelli ad altezza occhio.
Arriva da dietro come una furia. Vede la folla, ma questo non la ferma.
Armata di ombrello ad altezza occhio altrui, avanza a scatti.
Uno sguardo malevolo e gelido sormonta una bocca dalle labbra sottili, inchiodata in un ghigno malevolo.
Scarta da destra e da sinistra, taglia la strada, spinge.
Si sente il suo sbuffare alle spalle, come una vecchia locomotiva a vapore.
Travolge la mia amica Laura, una personcina educata e placida, cercando di cavarle un occhio.
La spintona per sorpassarla, e quando finalmente ci riesce, porta il suo testone biondo riccio demodè lontano dal nostro sguardo.
Ci si chiede: avrà fretta, dovrà timbrare e la sosta del treno su un binario diverso le avrà fatto perdere tempo....
Entriamo al bar: una compagna di viaggio non è tanto in forma e le serve un caffè.
La accompagnamo facendo uno strappo alla regola. Di solito mi catapulto alla scrivania e mi accontento di uno squallido caffè della macchinetta che bevo mentre smisto la posta.
Entriamo dunque nel bar di fronte alla stazione.
Ci facciamo largo tra la folla mattutina e notiamo una lunga fila alla cassa.
Prima la fila, e poi veniamo raggiunti da una voce pungente, dai toni alti e gracchianti.
E' lei, la nostra indefessa lavoratrice che sta... facendo polemica con il ragazzo alla cassa.
Il ragazzo, evidentemente molto giovane, è lì a sostituire qualcuno malato, non ha dimestichezza con i ticket restaurant e non ha capito bene cosa vuol fare lei con quel buono.
Quello che sento, ma che è solo la conclusione del "discorso", sono codeste parole: - Vedo che la matematica non è proprio il tuo forte, ma come fai a non capire io ti ho detto x e y, la somma fa z... Sei qui perché ti hanno bocciato, perché proprio non capisci nulla.-.
Il signore al banco la guarda in tralice.
Potrebbe essere il padre, lo zio... Pensa che non può lanciarla perché è una cliente.
Osservo da lontano la scena, la megera incurante della coda, l'assoluta gratuità e inutilità della sua sparata, che va avanti da un po' e mi avvicino al bancone.
Ordino due caffè, senza passare dalla cassa e, sovrapensiero, dico:- E' un problema di educazione.
- Pausa - Che qui non c'è.-
Educazione, il segreto della convivenza. Imparatela, mettetela in pratica.
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