sabato 4 gennaio 2014

Saldi per... rugbisti!

Che andare il primo giorno dei saldi invernali all'outlet non sia una genialata non è esattamente una scoperta.
C'era, però, la flebile speranza che una giornata piovosissima di inizio gennaio ci salvasse dall'orda di "saldanti". Invece no, manco per sogno.
 
Io me li immagino, questi bulimici da acquisto compulsivo, la sera prima, con l'eccitazione di un bambino, già pregustavano la gita nel Paese dei balocchi. Li vedo con espressione cupida seduti sul divano a ripassare mentalmente  i negozi, a costruire una strategia, a darsi degli orari, a suddividere famiglie intere: - io vado di qui, tu di lì con la Piergiuseppa, e ci troviamo là all'ora y.-.

All'apertura, con un'ora di anticipo rispetto al solito, si poteva respirare.
Ma è stato un attimo: una manciata di minuti e si è scatenato l'inferno.

Le prime avvisaglie ci sono state nel negozio di Desigual: avvistiamo una ragazza che, alla prima fuggevole occhiata mi pare una commessa. Porta sulle braccia un fascio di abiti, che le scivolano da tutte le parti. Però, guardando come si aggira con lo sguardo da faina e rovista in mezzo alla merce, capisco benissimo che non è una commessa. Inoltre, le commesse, a parte negli store cinesi, dove la temperatura interna è identica a quella esterna, non indossano il cappotto in negozio.
 
E' una cliente.
Una cliente bulimica che ha con sé almeno 15 capi (e non se ne possono portare più di 3 o 5 in camerino), e non è la sola.
Sì, ho comprato qualcosa di Desigual, attratta da una vendita molto conveniente su Privalia, ma resta una marca cara. In saldo sono circa 60 euro per abitino, non pochi.
 
Solo un'ora più tardi ci sarà una coda chilometrica fuori dal negozio, sotto la pioggia battente, di tanti disperati pronti a entrare in un caos biblico di stracci volanti, camerini invivibili, commesse isteriche e musica a palla.
 
Ci appare immediatamente chiaro che, più di tanti negozi, non potremo vedere.
Selezionati i... soliti, alla fine decidiamo di puntare per un tranquillo, innocuo negozio di biancheria normale (che di questi tempi... viste le vetrine di Intimissimi e Yamamay? Mi chiedo cosa possano vendere ora i sexy shop). Ma anche lì non c'è pace, anzi, non pace, diciamo accettabile isteria.
 
Mentre guardiamo i pigiami come persone normali si avvicina a noi, come l'avvento di un tornado, una tizia di mezza età. senza guardarli, giuro, prende tutti i pigiami taglia xl che le capitano in mano. Ne ho contati almeno 6. Noi che guardiamo, e lei che fa strage impediamo il transito a una tizia mal messa che inizia a sbuffare imperiosa. Il suo scopo è quello di farsi sentire, e dopo tre secondi netti, con movimenti a scatto, si butta di lato per scartarci con la stessa velocità che avrebbe se stesse per perdere l'ultima corriera.
 
Più che altro passeggiamo, atterrite dal numero di persone che sono ovunque.
 
Gente carica come un somaro, con tanto di ombrelli e pacchi, cani e lattanti umidicci che devono portare ovunque, anche contro la loro stessa salute.
 
Se un tempo era l'uomo al seguito, in un angolo dimesso ad aspettare che lei facesse shopping, ora anche lui partecipa attivamente allo scempio.
Gente che si telefona, che strilla, che, ne sono certa, compra tanto per comprare.
 
Ma ne vale la pena?
A guardare bene non sempre.
Una borsa Borbonese nel negozio outlet costa come una scontata, della nuova collezione, però in centro. Verificato e comprato oggi.
 
Quindi, ricapitolando, mentre i nostri forzati dello shopping erano a contendersi un trancio di pizza unta e scongelata venduta a caro prezzo, noi siamo già sulla via del ritorno. Mentre ci lasciamo alle spalle un parcheggio pieno di avvoltoi alla disperata ricerca di un buco, vediamo una lunga, interminabile colonna di auto che, di fatto, blocca la strada dall'uscita dell'autostrada fino a lì. 

Immagino, discussioni, rimbrotti, sbadigli, promesse, e chi più ne ha più ne metta.
Stanno facendo parcheggiare, ormai, ovunque, anche davanti ai cassonetti.

In attesa del consueto servizio del tg, "saldi, inizio deludente per la pioggia", mi vedo i nostri pazzi che stanno davanti ala tv, ne tentativo di disfare i mille sacchetti portati a casa.
E' il momento della "contemplazione della preda". Con lo stesso gusto con cui il gatto gioca con il topo, loro guardano la merce, la roba, ah, che soddisfazione, la loro preda.
Possedere, che meraviglia. Il consumismo, questa droga facile, legale e consigliata caldamente.

Peccato che poi, nella fretta, abbiamo comprato tre cose di tre taglie diverse, un ha il buco, l'altra ha un difetto, avevano bisogno di un paio di scarpe e ne hanno prese tre, tanto sono in saldo, ma alla fine hanno speso di più e magari non le metteranno.

E noi? Noi... slow food! Mangiatevi voi la pizza dello spizzico....

Good food, slow life ;-)



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