Ovvero, io.
Scelgo proprio la giornata adatte per decidermi ad andare dal parrucchiere.
Oggi, giorno in cui le cateratte dell'inverno paiono aprirsi sulla mia testa, con neve e pioggia gelata a gogò.
Però, ho deciso. Oltretutto, penso, troverò poca gente. Chi vuoi che vada a pagare per farsi fare una piega in un giorno in cui, nell'ordine: piove, tira vento e nevica insieme. E le previsioni per domani sono le stesse....
Ho le punte rovinate, mi sento sciatta, mi vedo una codina di topo in fondo, misera misera e mi si formano i nodi, sintomo che ci vuole una sforbiciata.
Possono dire quel che vogliono, ma i capelli dritti come spaghetti, come i mie, li tagliano bene solo i cinesi. E io, parbleau, ho il mio cinese di fiducia.
Uno di quei negozi in cui c'è un via vai di vecchiette, di cinesi dall'incomprensibile parentela tra loro.
Taglio e piega 9 euro, niente appuntamento, niente cerimonie.
Scendo dall'autobus sotto la pioggia. Il negozio è esattamente a metà tra una fermata e quella successiva. Mentre mi avvicino alla vetrina noto una tizia che sta letteralmente correndo sotto la pioggia, attraversa pericolosamente e si infila nel mio negozio esattamente un attimo prima di me.
Entriamo quasi in contemporanea, e lei, infagottata in un ampio piumino grigio, mi soffia letteralmente il posto, caracollando goffa per precedermi, dopo avermi individuata e guardata con risentimento.
Poco male, sono veloci e mi servono dopo poco.
Sono seduta su un divanetto, mentre a lei stanno lavando i capelli.
Si propone già come la classica cliente che non vorresti avere. Chiede di fare tre (e dico tre) shampoo. Poi chiede, o meglio pretende, un massaggio alla testa, salvo poi lamentarsi della poca grazia con cui le viene eseguito (così non mi serve a niente, mi tiri solo i capelli. Io le avrei tirato qualcosa in testa).
Chiede una piega mossa. Intanto vengo servita da un ragazzo molto gentile. Dalla mia postazione non riesco a vedere bene la tizia in questione. Quando è entrata non mi è sembrata così raffinata ed elegante da essere abitualmente oggetto di mille attenzioni. Intanto io vengo spiumata, piegata (fa quasi ridete, far la piega ai miei spaghettoni). Ho quasi finito quando la tizia in questione innesca una discussione, l'ennesima, con la povera signora che la sta servendo.
Li vuole più mossi, più mossi, e le "chiede" diciamo di usare il ferro per i boccoli (eh, piove, altrimenti non dura niente. Ma non ci arriva a capire che quanto piove l'unica cosa è metterci del cemento armato per farli tenere?). Sono tutti esasperati. Alla fine anche il capo si intromette per protestare contro le continue richieste, a piega già finita per altro.
Io ho concluso l'opera.
Detesto il parrucchiere e vengo qui per la precisione del taglio e per la velocità.
Mentre mi alzo la guardo.
E la mia impressione era giusta.
Una sciattona sovrappeso con un trucco vistoso e di vecchio gusto.
Avrà la mia età, parla sguaiatamente con un marcato accento napoletano e ha un'espressione proprio malmostosa e antipatica.
Esco e sono così fortunata da beccare subito il tram.
Mentre penso alla malmostosa, carica di borse che non posso appoggiare perché bagnato, non rinuncio a rovistare nella mia borsetta strapiena alla ricerca di cellulare e cuffie. Non rinuncio neppure a timbrare l'abbonamento. Mi hanno spiegato che in mancanza di timbro e in caso di incidente l'assicurazione può far storie.
Arrivo, sotto il nevischio, a Lanza.
Scendo in metropolitana e... panico. La tasca del giubbotto aperta, l'abbonamento non c'è.
Frugo più e più volte nella borsa, facendo le evoluzioni per barcamenarmi tra ombrello, borsetta del pranzo. Dal mio bauletto esce di tutto, cavi su cavi, per caricare il cellulare, il Kindle, e che altro ancora. Chiavi, tessere fogli.... Una vistosa pochette trucco!
Mi maledico e stramaledico.
Lo penso sempre e lo dicono tutte le mamme non mettere le cose in tasca perché le perdi.
Che fare?
Già mi vedo in coda sotto la neve all'ATM point di Duomo o Cadorna a denunciare la perdita della tessera. Perdere tutti i treni e tronare sommersa dalla neve. E ho già rinnovato l'abbonamento integrato per il prossimo mese.... E mannaggia ame, non ho neppure una fotocopia della tessera!
Mi viene un lampo, magari l'ho perso sul tram, magari riesco a beccarlo la capolinea una fermata più in là, li tengono un po' fermi prima di ricominciare il giro.
Torno indietro, e mentre aspetto, sempre sotto la pioggia, dei foglietti attraggono la mia attenzione, foglietto inutile, ricarica, cartaccia... E poi, in un cono d'ombra, più in là, il mio tesserino in una pozza d'acqua!
Mi pare un miracolo, ed esulto di gioia!
Scendo di corsa, non so come, correndo a perdifiato, ma per un minuto uno riesco a prendere il treno.
Olé.
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