martedì 1 ottobre 2013

La toppa (Cicciomoda autunno inverno 2013)

E' un bigio e freddo giorno d'inizio ottobre. Altrettanto bigio è il mio umore, con la prospettiva di una lunga quanto noiosa riunione e la mancanza assoluta di stimoli di ogni genere.
 
Oggi indosso un profumo diverso, bene, direte voi, mica tanto, dico io. Non ci sono abituata e mi dà vagamente fastidio.
 
Verso le 11 meno un quarto arriva il nostro supremo ciccio condottiero (non prima, dato che è occupatissimo a prendere il caffè con Blondie, che, almeno, questo privilegio glielo ha lasciato, offrirle il caffè). Entra in ufficio, prima la panza, poi lui in rigoroso ordine, fasciato dalla consueta camicia bianca d'ordinanza, infilata con spasmo nei jeans smilzi e corti.

I bottoni vecchi sono stati probabilmente sostituiti da un nuovo esercito, dopo essere stati decollati dal novello Robespierre, non ghigliottine, ma strati di lardo li hanno decapitati.

I nuovi soffrono atrocemente, mentre arriva ondeggiando sulle sue scarpotte ortopediche. Più che Mbt mi sembrano Mtb o qualcosa del genere cinese. Aria plasticosa, andatura da tricheco raffreddato, il nostro si esibisce in una camminata rotolante.

In questo continuo ondeggiare in cerchio, il nostro descrive traiettorie degne di un derviscio, rotola rotola si appoggia alla scrivania di Alberto, pensando, dico io, di mostrare i suoi adorati jeans vissuti.

Ed è in quel momento che il jeans sdrucito rivela il suo segreto: una bella toppa finto jeans, di quelle che si incollano con l'ausilio del ferro da stiro. Applicata con incomparabile imperizia esattamente in mezzo alle gambe. Eh sì mie care, la ciccio moda prevede anche il rattoppo casuale oltre che l'analisi finanziaria a muzzo. Due belle toppone ovali, immagino la soddisfazione del nostro quando ha così pensato di salvare i jeans lisi, imploranti la morte per consunzione.
Un colpo di ferro qui, uno là, e.... la toppa pende.

La toppa pende senza pudore, scollatasi a sinistra, che rivela, ogni qual volta si pieghi, un accenno di gambetta pelosa e un bordo di mutanda d'antan.

E così, per quelle due ore di riunione, è ballonzolato davanti ai miei occhi con quella toppa decadente, così poco bohemien....

Incredula osservo la danza della toppa chiedendomi quando sarebbe crollata a terra definivamente, immaginandomi il tipo che, con la solita enorme faccia tosta avrebbe, fatto finta che fosse di qualcun altro.

Invece, stranamente, regge.

Chissà, mi sono chiesta, cosa direbbe Enzo Miccio?
 

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