Dal Giappone ho portato a casa una serie di scatole di dolcetti, più per gli imballaggi di straordinaria bellezza che per il contenuto (eccezion fatta per i mochi la cui gelatinosa mollezza ha un che di affascinante).
Del resto, è pressochè impossibile capire cosa c'è in quelle scatole con esattezza.
Tutto è scritto solo in giapponese e i disegni sono bucolici e non significativi della natura del prodotto contenuto.
Sabato sera, dietro le insistenze di mia mamma, famelica, apro l'ultima confezione di dolcetti giapponesi.
Sono seduta al tavolo della cucina, dopo una triste cena a base di minestrone. Fuori è già autunno e io ho già indossato, nella mia casa gelida, la tenuta invernale, pantaloni di ciniglia e pile rosso fragola.
Nonostante i buoni propositi di diventare un pochino meglio sono qui in tuta, pinza regolamentare tra i capelli e solito aspetto da "caduta dal letto". Dopotutto sono a casa mia... Per cui, avanti calzettoni a rombi.
Apro lo scatolotto e fisso le due file di dolcetti, una fila incartata in lilla e un'altra in bianco.
Un imballaggio abbondante, in cui sono nascosti dieci mini dolcetti al cacao, buffi, tondi come mini muffin, incastrati in una specie di rastrelliera di plastica.
E sopra, una piccola bustina bianca.
Penso: - Toh va, anche i giapponesi usano lo zucchero in polvere proprio come noi. Però, che bustina piccola, penso, piccola piccola piccola. Certo, loro sono sempre misurati in tutto. -.
Apro la busta, scritta solo in giapponese e metto un po' di polverina sul dolcetto.
Che consistenza strana, mi dico, ma in quindici giorni di roba strana ne ho vista assai.
Assaggio, e... non sa di nulla.
Ma proprio di nulla.
Che strano, penso, tocco con il dito e sembra quasi rugosa questa roba.
Mah, non mi pare zucchero.
Giro e rigiro il dolcetto, e mi assale un dubbio.
Somiglia alla bustina che mettono nelle scarpe, consistenza diversa, ma identica apparenza.
Per farla breve: era silicone.
Mettono il silicone anche ne dolci, ma si può?
Un fantastico dolcetto al silicone.
Per ora nessuna ricaduta, pare.
Ma, credo, sarebbe necessario mettere almeno l'inglese....
Ok essere campanilisti, ma avvelenare la gente no.
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