venerdì 15 febbraio 2013

Grecia: prove generali di un fallimento

Chi vuole sapere cosa succede a un Paese quando fallisce può guardare, senza troppi sforzi, ai nostri vicini greci. Un dramma che si riassume in pochi dati. Il 50% dei greci risulta essere sotto la soglia di povertà. Il 60% dei giovani è disoccupato, così come il 35% di tutta la forza lavoro. Il dato sulla disoccupazione è, però, falsato da un fatto incredibile: i greci che lavorano nel settore privato, pur non ricevendo stipendio o ricevendo degli acconti, va a lavorare gratis.
 
Va a lavorare per la speranza di un futuro diverso, molto lontano, ancora, per nulla.
 
Negli ospedali mancano i farmaci anticancro e il petrolio arriva solo dall'Iran: tutti gli altri Paesi si rifiutano di fornire carburante alla Repubblica greca.
Come vive questa gente, proiettata verso l'emigrazione, al limite della disintegrazione sociale.
 
Come si è arrivati a questa situazione è presto detto. Bilanci truccati, spese pazze, evasione fiscale e corruzione peggiore perfino della nostra. A colpi di tagli imposti alla popolazione civile, di sacrifici enormi, si è arrivati a questo scenario di devastazione.
 
La crisi, pare, si vede soprattutto ad Atene, così come la guerra è più grave nelle città.
 
A tutti i costi, per salvare l'euro, l'Europa e tutto il marchingegno, immolare un Paese. Una piccola economia, pochi milioni di abitanti, per lo più alla fame.
Colpisce l'analogia con la situazione della Germania all'epoca della Repubblica di Weimar, schiacciata dal peso dei debiti di guerra. Circa un secolo fa ha prevalso l'ottusa brama di rivalsa. E oggi si è persa la memoria di un Paese che si è risollevato solo con l'avvento del nazismo.
Che dire: oggi i bravi tedeschi, i primi della classe, si sono accorti che la crisi in Europa ha cominciato a colpire anche loro. Le esportazioni diminuiscono, il Pil tedesco cala.
Molte misure di moralizzazione dei conti greci erano sacrosante e doverose, ma qui manca il buon senso. Devo credere che quando la Grecia è entrata in Europa non si conoscesse il Paese?
 
Per favore...
 
Alla Grecia dobbiamo molto, dobbiamo la democrazia, la filosofia, la resistenza verso i turchi. Al di là della giuste misure di moralizzazione, è controproducente spingere a tanto le cose, al punto di far fuori un Paese.
 
Secondo me la Grecia andrebbe aiutata. E non è beneficenza come sostengono i tedeschi e i finlandesi, ma occhio lungo. Far marcire un arto, alla fine fa marcire tutto il corpo...
 

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