giovedì 21 febbraio 2013

Esercizio di carità

Pietro è in grossi guai, albanesi come al solito, e questi guai lo stanno martoriando, prosciugando, quasi, emotivamente e psicologicamente.
Lo capisco, è il suo primo divorzio.
Ovviamente, come tutte le cose della sua vita, in differita.
 
Conosco l'ansia delle chiamate a pioggia, delle intemperanze balcaniche, dalle disperanti vampirizzazioni della vita altrui.
 
So che non ha nessuno con cui parlarne, a cui trasmettere questa elettricità scioccante non direttamente coinvolto nella storia. Come un cane abbandonato mi gira intorno alla ricerca di un minutino libero per potermi parlare. Sono un po' crudele, lo so. I minutini sono sempre abbastanza ini... e mi sono levata un sacco di sassolini dalle scarpe, lasciando briglia lunga alla mia terribile linguaccia. Sono piuttosto indifferente alla situazione e alla persona.
Ma, in sintesi, avverto il suo bisogno.di conforto.
 
Questa è una sensazione strana: a sentir parlare di quello che ci ha rovinato i rapporti, non sento nulla, né rancore, né desiderio di rivalsa, né speranza alcuna. E' come guardare l'acqua ferma in un bicchiere pieno. Un minutino che non lascia strascichi né pensieri. Che non attende ansioso il domani, che non ha bisogni, né rivendicazioni.
 
Questo è il mio esercizio e il mio obiettivo, passare oltre e offrire una generosa comprensione.


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