Il giorno dopo i grassi festeggiamenti a base di salumi, il Grande Ciccio non può perdersi l'avvenimento dell'anno, secondo in ordine di importanza dopo la gita aziendale.
L'aperitivo di Natale, circostanza unica, a quanto ho visto, in cui padri di famiglia costantemente a stecchetto posso bere a volontà e in cui donne perennemente a dieta possono strafogarsi di salatini e tramezzini alla maionese.
Allestito in uno spazio vuoto di cui non sappiamo proprio che fare derivante dalla ristrutturazione del magazzino e che non siamo riusciti ad affittare, lo stanzone si annuncia ai dipendenti bianco come il latte e vuoto come la fame. Sono stati recuperati diversi tavoli posti agli angoli della stanza, già apparecchiati ma sotto la sorveglianza del personale.
Ovvero, ogni impiegato dell'ufficio del personale è stato dislocato davanti a un tavolo per impedire che venga svuotato mentre i soliti parolai sbrodolano discorsi a volte scontati, a volte meno e sempre senza capo o coda o tutti e due insieme.
L'orario è tardo. Per me abituata a pranzare alle 13:30 non è un problema, ma alle 13:45, dopo un'ora di chiacchiere seguite in piedi inizio anche io ad alterarmi. Siamo tutti assiepati davanti al solito proiettore dell'ante guerra che mi aspetto inizi a proiettare, da un momento all'altro, qualche film muto. E invece no, sulle note di una canzone per cui di certo non abbiamo pagato la Siae, ecco le immagini dei partecipanti al torneo di pallavolo, colti in momenti... di ogni tipo, pure quando si cambiano la maglietta, pure quando si soffiano il naso...
Insomma, niente di edificante.
Dopo averli premiati con un libro, e dopo un'ora e un quarto di sproloqui, ecco che arriva il via ufficiale all'ingozzo.
Il nostro Grande Ciccio, in compagnia di Mano Prensile e di altri si lancia sul buffet.
Blondie, però, deve aver deciso di fargli uno scherzetto prenatalizio.
La nostra quasi forse magari ex ma non troppo lo istiga, avanzando da dietro e torreggiando sul rotondo ometto dall'alto del suo metro e settanta più tacchi.
- Guarda quante bottiglie, no, io oggi mi voglio ubriacare.-.
E lui, da quel fesso uomo che è, la precede dando letteralmente la caccia alle bottiglie (sempre vino bianco, ma porca miseria). E così inizia un vero e proprio tour de force all'ingozzamento: tramezzini carichi di maionese, pizzette straunte, focaccine di due giorni prima, mezze forme di un formaggio non precisato, grissini e canapé vengono letteralmente ingurgitati. Ma per ogni boccone c'è anche un sorso di vino.
Dopo un po' l'immagine è questa: il nostro uomo che corre da una parte all'altra dello stanzone alla ricerca di un rimasuglio di vino. Vediamo questo ultracinquantenne che ha perso per strada la giacca (troppo caldo) con la camicia slacciata, rosso come un peperone, scarmigliato che setaccia ogni bottiglia. Se trova qualcosa, riempie il bicchiere e lo svuota finché non le ha tirato il collo.
Blondie, nel frattempo, si è vaporizzata.
Ma lui la individua, o ne individua due o tre tra i fumi dell'alcool che parla con gli alti papaveri aziendali.
In vino veritas si dice, affermazione quanto mai opportuna: il nostro arriva e si vede già che ha la sbronza cattiva.
Io sto poco distante, in attesa di prendermi un pezzo di torta.
Dopo poco sento schiamazzi e urla.
E' il Grande Ciccio che sbraita a un volume che supera quello di tutti i circa 180 presenti accusando i papaveroni di non so che.
L'esperienza e l'intelligenza suggeriscono di scomparire al più presto per non essere coinvolta.
Dopo circa due ore fa capolino nel nostro ufficio, si stravacca su una sedia e inizia a denigrare il buffet.
Straparla proprio, che tristezza, io penso al mio prozio alpino...
Per due bicchieri di vino, si può?
E, dulcis in fundo, gli viene il singhiozzo...
Calo un velo pietoso sul resto.
Vi dico solo che, il giorno dopo, viene in ufficio e si lamenta, come fosse sul letto di morte, di avere l'acetone. Tutti, in contemporanea, cerchiamo su Google se è possibile che un adulto abbia l'acetone.
Sì e si chiama chetosi. E viene ai diabetici e... agli alcolizzati.
In ogni caso viene a mendicare un'aspirina.
Io nego di averla. Non si sa mai che strane interazioni possano uscire....
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