Presa dal vortice delle incombenze prenatalizie non ho avuto modo di narrarvi le grandi gesta del Grande Ciccio alle prese con i festeggiamenti.
Una due giorni di stravizi che hanno visto il nostro rotondo uomo alle prese con l'unica cosa che davvero lo appassioni, ovvero il cibo.
In linea con la sua natura a lui piace in particolare un certo tipo di cibo, ovvero quello spazzatura.
Junk food alla grande, cioè in grandi quantità.
Per festeggiare il duecentesimo numero di una rivista si è "smarcato" dall'obbligo morale di festeggiare come si deve, ovvero con un pranzo o con qualche altra iniziativa, portando un sacco (nel vero senso del termine, provenienza Ikea, materiale plastica) pieno di salami.
Non ho sbagliato, erano proprio salami di provenienza Esselunga.
Insieme a loro, 4 baguette di numero, e una serie di bottiglie di vino... bianco e dolciastro (Malvasia).
In quei giorni il sole riempiva e riscaldava il nostro ufficio, che si trasforma, grazie alle vetrate in vetrocemento, in un vero e proprio forno microonde.
Al termine di una riunione fiume, snervante e ridicola come sempre, il nostro panzuto eroe, allegro come un bambino, si appresta a celebrare la sua generosità ingozzandoci di salumi e privandoci della pausa pranzo.
Non contento di ciò arruola anche i colleghi dei vicini uffici e li chiama anche dal pian terreno.
L'immagine che si presenta ai nostri occhi è quella del povero Dani, ingenuamente felice dell'ingozzata di salame, cooptato come tagliatore ufficiale, Alberto alle bottiglie, io al pane.
In breve tempo la scrivania di Dani è invasa da piatti, briciole e coppe.
Preoccupata penso a cosa ci potranno dire dal personale per questo sfacelo.
Il cibo gratis, per poco che sia, riesce a tirar fuori la vera natura delle persone, così come il vino.
Nella fattispecie, la mia collega, così impegnata nelle sue incombenze casalinghe da non potersi fermare mai neppure 5 minuti più del dovuto, si ferma un'ora intera più del suo orario per poter approfittare del suino buffet.
Ed è davvero una sorpresa il fatto che non scappi come un razzo allo scoccare delle 3 ore e 42 minuti giornalieri, ma, al contrario, vederla partecipare attivamente al prelievo delle fette di salame e al tracannamento di vino, tenendo pure il conto di quello che non ha ancora assaggiato.
L'altra collega si aggira circospetta: detesta farsi vedere mangiare.
E adora mangiare oltre ogni limite.
Arraffa fette di salame con la sua manina prensile, tre o quattro per volta, e le inghiotte velocemente, quasi intere.
Mangia nervosamente e senza tregua, collocandosi inammovibile vicino al piano "salumeria".
C'è chi critica il novello salumiere per la performance del taglio, troppo spesso, troppo sottile, chi pensa solo a bere, chi non vede l'ora di andare via.
E chi, come me, che non può sperare che vadano via: sono nel mio ufficio, ed è già tanto se non mi sporcano dappertutto.
Dopo un'ora di improbabili spuntini i nostri eroi, decisamente brilli, dopo essersi scolati 6 bottiglie di vino, scoprono il regalo finale del Grande Ciccio.
Il clou, il gesto più importante.... Un magnum di spumante di provenienza ignota che troneggia sulla scrivania del mio collega.
E' il ciccio in persona, con aria trionfante, a volerla aprire.
Tra gridolini di finta emozione e il nostro eroe estrae la bottiglia dalla scatola. Si appoggia sulla scrivania per cercare di svitare il tappo.
La capsula oppone resistenza, ma lui non si arrende.
Stringe il collo alla bottiglia e si mette a tirare.
Tira, tira con tutta la forza di cui dispone.
I bottoni della camicia si tendono a dismisura e soffrono, lui carica le espressioni in maniera grottesca per esprimere lo sforzo e...
In quel momento la mia collega sta approfittando della ressa per prendersi della altre fette di salame indisturbata. Sono tutti attenti, infatti, a osservare il teatrino della bottiglia.
Ecco che un getto spumeggiante si leva verso il soffitto, ma non siamo a Piazza Navona.
Siamo in un ufficio e la mia collega viene investita in pieno da un getto di spumante.
Rimane interdetta, ferma come un sasso in mezzo al lago di vino, con una fetta di salame mezzo mangiucchiato in mano (sarà la trentesima), mentre tutti ridono.
Dopo un'ora il grande ciccio avanza per il corridoio con la camicia aperta sul petto lardoso e il magnum che tiene per il collo. Scomparirà nel suo ufficio senza dar più notizia di sé fino al giorno dopo.
Dani si addormenta seduto su un mobiletto in corridoio.
Sarà complicato trasportarlo in ufficio.
Michela si accaparra un intero salame come risarcimento, e Piero pure.
Alberto pulisce per terra, io pulisco la scrivania di Dani e insieme facciamo sparire le bottiglie.
La sera, penso, mi farò un passato di verdura...
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