Venerdì tiro tardi al lavoro.
Sono stata invitata all'aperitivo aziendale organizzato da un gruppo simpatico di colleghi.
Mi invitano spesso, e io raramente accetto. Mi pesa moltissimo, infatti, rimanere in giro 14 o 15 ore senza potermi riposare un momento.
Ma il Natale si avvicina, e, nonostante le mille spiacevolissime cose che mi affliggono ora so di dover dedicare un pochino di tempo a diverse persone, pena il perderle tutte.
E così accetto, sfinita fin nel profondo, ma convinta di dovermi fare forza.
E' difficile liberarsi della presenza di Pietro, non invitato, in ufficio.
Cerca tutte le scuse possibili per restare fino al momento in cui noi scenderemo.
Per vedere chi fa parte del gruppo e chi no. E' geloso, uno strano tipo di gelosia, geloso e indifferente al tempo stesso. Quello che a lui preme è il possesso, non la condivisione.
Il tragitto in auto mi vede stretta tra una collega simpatica quanto abbondante e Dani, impegnato a seguire i sorteggi dei mondiali. Eden approfitta subito dell'occasione per farmi quelle due/tre domande personali che premono a mezza azienda.
Attacca informandosi della mia situazione sentimentale.
C'è poco da dire, dovrei dire: uno schifo.
Tuttavia mi trattengo, da quando ho abolito l'autocompiangimento dalla mia vita sto molto meglio.
E lei mi fa: - Sai perché tutti quelli che incontro quando mi vedono parlare con te mi chiedono, ma la vedo sempre con quel ragazzo con gli occhiali, stanno insieme? -.
E io le rispondo: - No, faccio servizio civile. Così sta più tranquillo.-, reduce da una due giorni di stracciamento delle vesti da parte sua.
E improvvisamente tutti gli uomini impegnati a seguire il sorteggio per i mondiali si sintonizzano sulla nostra lunghezza d'onda.
- Ma chi, di chi parlate?-
- Quello con gli occhiali con la barba.-.
- Ah, quello... Di lui mi ricordo solo una cosa, i sandali.-.
- Quelli tedeschi, vero, le ciabatte - sottolineano con un'ironia tagliente
Mi rendo conto, in quel momento, di come quest'uomo pieno di sé e arrogante, ed egoista e anche crudele viene visto al di fuori. Un essere stravagante, malvestito, sciatto e disordinato.
E, quanto è peggio, hanno ragione.
Hanno tutte le ragioni del mondo.
Il velo caduto mostra impietoso l'ometto barbuto per quel pover'uomo che è.
Lo vedo con gli occhi altrui.
Lo vedo chiaramente....
Dalla giusta distanza.
E mi pare impossibile aver avuto un qualsivoglia minimo interesse per lui.
Pare una scemenza cosmica.
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