Un'amica ha perso il lavoro. E' stata licenziata dopo quasi dieci anni di collaborazione dall'azienda per cui lavorava.
Organizzava corsi e convegni per case farmaceutiche, occupandosi di tutto, non ultimo, anche di fare la hostess.
Gestita malissimo, seguendo il principio tipicamente italico di commistione tra gestione del denaro aziendale in forma privatistica (leggi: mettere le mani nella cassa) e piazzare in ditta qualsiasi becero familiare, la nostra si è ammazzata di lavoro per poco più di 1.000 euro al mese per anni. Senza ticket né mensa, ovvio.
Ebbene, non è della triste vicenda del licenziamento che voglio parlarvi, ma dei tempi tecnici entro cui partono le sovvenzioni.
Quasi due mesi per ricevere il Tfr e poco più di due per far partire l'indennità di disoccupazione.
La sua situazione economica mi preoccupa e sono in pensiero per lei.
Ha il mutuo da pagare e la madre, anziana, può contribuire al suo sostentamento fino a un certo punto.
Molte sono le domande sul suo futuro.
Mi chiedo come camperà.
E, soprattutto, essendo tra i 45 e i 50 anni, cosa troverà, se e quando lo troverà.
Che la gente protesti non mi stupisce.
Che lo faccia violentemente neppure.
Quello che mi stupisce è che non lo abbia fatto prima.
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