domenica 8 settembre 2013

Il tempo che passa

La consapevolezza del tempo che passa è un subdolo messaggio che ti coglie all'improvviso.
Forse è la stanchezza che non risparmia gli adulti pieni di impegni, forse è quel momento di stasi che ti rende certo di aver cominciato a desiderare, quasi inconsciamente, una vita diversa, eppure succede che una mattina ti guardi nello specchietto retrovisore dell'auto e ti trovi, apparentemente, decisamente giovane.
 
Hai un volto piano, senza segni, uno sguardo limpido e senza occhiaie o segni. Non hai un filo bianco tra i capelli.
Chi ti vede, e lo sai, ti attribuisce un'età non veritiera.
Hai la percezione di chi ti osserva, e sai che basterebbe un po' di impegno per separarsi da quei chili di troppo che appesantiscono la figura e regalarsi un'apparenza ancora più giovane di quella che so di avere.
 
Ma è appunto un'apparenza, frutto di una genetica per certi versi felice.
Il punto è che io, da un po' di tempo, non mi sento più giovane. E non mi sento più motivata a sembrarlo. Non desidero, in parole povere, bearmi in continuazione di questa falsa giovinezza che non posseggo più.
 
E, quello che mi dimostra continuamente di non essere più giovane, è il disagio.
 
Non mi diverto più stando in un posto popolato da persone che hanno tanti anni meno di me.
Il fatto che non si noti, paradossalmente, non mi aiuta affatto, anzi, acuisce il mio disagio. Mentre loro vedono di me l'apparenza, io conosco la sostanza. E sento il bisogno di cose diverse.
 
Io mi chiedo, vedendo certe mie amiche che vogliono coinvolgermi in cene in posti  "giusti" e uscite in discoteca per "cuccare", come facciano a divertirsi. Un tempo mi faceva molto piacere frequentare questi posti, ma, ora, non provo più interesse a farmi "vedere".
 
Sarà il tempo che ora mi manca, insieme alla serenità, sarà che sono cambiata tanto negli ultimi anni (anche se, a me piace pensare di essere tornata più vicina alla mia natura primaria), ma io non sento più il fascino di nottate del genere. Il motivo è che vorrei vivere le giornate, invece.
 
Quello che vorrei evitare con tutte le mie forze è il voler continuare a vivere come una ventenne quando non lo sono più e diventare, un bel giorno, ridicola a me stessa e agli altri senza possibilità di assoluzione. Come tante delle persone che vedo, che si stroncano di vita mondana senza desiderarla, solo perché si sentono in dovere di non "lasciarsi andare".
E' quello che invece io vorrei fare.
 
Semplicemente lasciarmi trasportare da quello che desidero fare e da quello che mi suggerisce la mia età adulta.
 
 

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