Come un attore consumato si prepara a calcare la scena calandosi nella parte e finendo per comportarsi come il suo personaggio, come un bambino punta i piedi cercando così di distrarre in ogni modo la mamma che sta per beccarlo con le mani nella marmellata, così Ciccio il Grande si sta scaldando prima della sua ascesa alla casa madre.
Dove dovrà render conto del suo non operato. Sì, esattamente, non operato.
Perché da circa sei anni si sta occupando di un progetto che, per una serie di motivi, tra cui il primo è una fannullonaggine diffusa, non ha ancora visto la luce.
Pardon, non ha ancora visto un progetto vero.
Ma come, ha balbettato fingendo di meravigliarsi, ma come, ha ripetuto con una voce fintamente cavernosa, ma come, ha biascicato con sguardo perso, io sono stato male, sono stato via, dimenticando, o sperando che lo facessero gli altri, che in realtà è stato via due mesi, di cui uno di ferie, che su 6 anni, beh, sono davvero poco.
Eppure sì, è chiamato a render conto e, ancora una volta incarnerà il prototipo del italiano berlusconico, un po' piacione e un po' lamentoso, un po' vittima e un po' geniaccio (quest'ultima ambizione sua la vedo davvero davvero complicata a realizzarsi).
E ancora una volta dovrà barcamenarsi con una marea di bugie atte a coprire il suo... nulla.
Come un boxeur si scalda, lui fa appello a tutta la sua rognosità in questo lunedì di fine settembre.
E oggi fa faville, passando in rassegna ognuno di noi e attaccandosi, perfino, in mancanza d'altro a maiuscole e minuscole che "non capisce".
Ecco, io sono annientata da questa affermazione. Le maiuscole e le minuscole non si capiscono. Si scrivono e basta, ove prescritte dalla grammatica.
Dopo aver fatto cambiare pagine della rivista in corsa, fatto scrivere e riscrivere articoli di cui "non era convinto", giusto per rognare a vuoto, dopo aver fatto impazzire la gente a ritagliare gli articoli in modo acconcio a comporre le pagine, dopo essersi perso delle pagine, averle mandate a caso in produzione, mi telefona.
Vedo il numero e penso:- Ah ecco mi sembrava strano.-
Mi dice:- Io vedo qui delle obbligazioni che rendono meno del 2%. Non abbiamo delle obbligazioni che durano poco, rendono di più, che siano sicure e, beh, non emesse da banche? -
Io penso: sì ecco e magari abbiamo pure il biglietto vincente della lotteria, e te lo faccio portare subito dalla velina bionda...
Con fatica, cercando di non ruggire troppo forte di fronte a questa richiesta, diciamo, singolare, considerando il fatto che ho speso una pagina intera, appena sette giorni prima, a spiegare il perché della diminuzione dei tassi delle obbligazioni in euro nell'ultimo periodo, gli spiego che, in sintesi, la quadratura del cerchio ancora non è stata scoperta.
Che facendo salvi rating passabile, eliminando una serie di emittenti considerati "pericolosi" (salvo poi consigliare come affare del secolo la Grecia, no comment), una durata breve, ecco di obbligazioni redditizie come vuole lui non ce ne sono. In tal caso mi preoccuperei, perché l'esperienza insegna che quando un bond rende troppo rispetto alla media c'è un grosso guaio all'orizzonte, e non un grosso affare.
Ma questo lui non lo ha ancora capito, sempre vittima del miraggio dell'affare del secolo, che è appunto un mito, dato che gli affari del secolo li fanno le grandi banche d'affari e non l'uomo qualunque. Il suo sogno è quello di affermare: - Io ho fatto guadagnare un sacco la gente.-.
Eh, intanto non farla perdere, e poi parliamo del resto.
Ma pare che far cambiare le obbligazioni a cavolo sia l'ultimo divertimento, dato che è la seconda settimana che me le fa sostituire in corsa manco fosse il gioco delle tre carte, metti qui, togli là, e io odio dare consigli così su due piedi.
Tra mille scemenze, compreso il cercare di cavalcare la lotta all'untore, e l'insulto del Nemico (i soliti belgi colpevoli di avercela con lui), la grande congiura insomma, che punta a scalzarlo, tanto per sollevare polverone inutile, stancarti e distoglierti dalle cose serie (avrà mica parenti in Iran o Corea del Nord? Mah, devo chiederglielo), la giornata passa faticosamente.
Verso le 5 arriva allarmato Pietro che mi fa: - Scusa hai visto che modifiche ha fatto a pagina 10 (una delle mie pagine, verso cui ho attaccamento canino e che di norma è impeccabile, tanto che il massimo che mi può contestare è una maiuscola o una minuscola per questioni di gusto. Le maiuscole non sono questione di gusto accidenti). No perché mi parlava di un acquisto...-.
Oddio, ho pensato, il Portogallo! Oddio, il Portogallo che volevamo far vendere a tutti i costi prima che facesse di nuovo casino e di lui non ha voluto disfarsene. Repentinamente mi è passata dal volto l'espressione attonita alla Marat pugnalato nella vasca da bagno per sostituirla con quella di Danton che inveisce contro Luigi XVI.
La cosa peggiore che puoi fare per farmi incavolare all'istante sul lavoro è cambiarmi di sfrodo i consigli che appaiono nella mia parte di giornale con la mia faccia e il mio nome&cognome senza dirmelo. Giuro, perdo le staffe. E lo spettacolo non è bello.
Controllo e, sospirone, il consiglio è ancora quello di prima.
Meno male, per lui intendo.
Ero già pronta a chiamare in produzione per farlo ricambiare.
Ergo, domani prepariamoci a una lunga serie di idiozie roboanti.
Mentre, l'unica cosa da fare era.... fare i compiti, ecco, prima dell'inizio della scuola.