lunedì 19 agosto 2013

Viaggi e viaggiatori

Il mio scomodo viaggio di ritorno parte su un aereo pienissimo fino allo scoppio.
Motivo: l'Alitalia (con cui volo) ha annullato il precedente diretto Tokyo-Milano e tutti i passeggeri che ci stavano sono stati "smistati" sul mio volo che faceva, invece, scalo a Roma.
 
Complice questo disguido, io e una serie di altri poveracci non abbiamo ricevuto l'assegnazione del posto al momento del check in.
Solo al momento dell'imbarco abbiamo avuto, per fortuna, il nostro posto.
La fortuna vuole che mi sia trovata a fianco dell'elemento maschile di una coppietta di ragazzi con la parte femminile decisamente infantile.
 
Non ho fatto in tempo a sedermi che questa è partita all'attacco, iniziando a sbraitare perché non era seduta vicino al suo ragazzo. La lamentela aveva tutto il tono del capriccio infantile, che in breve tempo ha coinvolto tutti gli assistenti di volo. Motivo, non poteva fare 12 ore di viaggio da sola... Per sola intendo dire a due posti di distanza su un aereo che ne portava più di 300. Per una questione matematica di assegnazione dei posti non è stato possibile piazzarli accanto (per accanto intendo dire appiccicati), neppure facendo mille tentativi di incastro.
 
Apriti o cielo.
 
Il viaggio è durato 12 ore. Almeno 4 delle quali la tizia le ha passate maledicendo l'Alitalia, 4 gli altri passeggeri poco disponibili, e le rimanenti letteralmente in braccio a me.
 
I protagonisti della vicenda sono due tardo adolescenti (pare duri fino a 34 anni) abbigliati in perfetto stile italian fighetto da viaggio. Occhiale giusto, pantalone giusto, camicia bianca (si è mai vista una camicia bianca per 12 ore di viaggio?). Sembravano usciti da una pubblicità della roba di Lapo Elkann. Lui con l'aria proprio del bravo ragazzo educato e a modo. Lei bruttina e lagnosa, coperta di firme. Ho chiacchierato piacevolmente con lui, ma lei era implacabile.
Dopo aver coinvolto tutto lo staff degli assistenti di volo per farle trovare un posto vicino al suo fanciullo, e averli tormentati per ore, deve aver preso l'aereo per un pullman da gita scolastica.
Lui, a fatica, l'ha convinta a tornare a sedere almeno per il decollo e per la distribuzione di pasti e bevande. Ma questo non le ha impedito di strillare, nei momenti in cui erano separati, con un delizioso accento romano, per richiamare l'attenzione del nostro bello. Per: lamentarsi, e dirgli cosa doveva bere e mangiare e guardare alla tv.
 
Il "bello" è stato che, nei momenti intermedi, lei ha preteso di passare un sacco di tempo in braccio al nostro eroe, esibendosi in una serie di moine lagnose che hanno veramente del ridicolo, effusioni fuori luogo e, data la scarsa ampiezza dei sedili, giacendo in braccio alla sottoscritta.
A un certo momento ho pensato di essere in gita scolastica.
Ma io non ne vorrei più fare... però!
 
A fatica lui cercava di riportarla a un livello di invadenza sostenibile, e lei perseverava, rimproverandolo di volerla cacciare.
Una lagna eterna, fatta di trilli di rimprovero e mugugni di scuse...
 
In una parola, l'ho detestata.
Va bene essere viziati, va bene essere un po' infantili, ma i bambini non vanno in Giappone, al massimo vanno a Cattolica con la mamma.
E quindi, un piccolo consiglio, prima cresci e poi vai a Tokyo.
Per lui, figliolo, almeno chiarisciti le idee su quello che vuoi bere. E poi, capisco che quando si è così giovani determinate attrattive compensano molti difetti, ma fidati, ci saranno altre opportunità meno petulanti.
 
Infine, ma perché leggevano la guida di Tokyo al ritorno quando di norma si legge all'andata?
Cos'hanno fatto in Giappone?!?!
 

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