lunedì 14 gennaio 2013

Lezioni di misoginia

Venerdì scorso il mio raffinato capo ha intavolato con i miei colleghi una discussione pseudopolitica, che, come sempre capita. è scivolata nel consueto qualunquismo.
Di fronte all'incognita elezioni più Capo dello Stato, siamo arrivati alla solita sequenza di affermazioni misogine ammantate di qualunquismo.

Perché si tollera che, per esempio, della Bindi o di altri si parli deprimendone oppure lodando l'aspetto fisico?
Perché una donna, in Italia, deve essere bella oltre che molto più brava degli altri pari uomini?

Insomma, qual è il problema degli uomini?
Leggi i giornali e vedi, tra le notizie di cronaca nera, per lo più donne.
Sono tutte donne morte ammazzate.
Ripeto, qual è il problema delle donne?

Perché questo modo di deprimere il sesso femminile in base all'aspetto fisico non è stigmatizzato come dovrebbe?
Sui tratta di un percorso preferenziale per condannare il sesso femminile alla sudditanza, alla subalternità e alla coercizione.

Il velinismo è l'altra, ma identica faccia dello chador.
E non è che stare in mutande e supertruccate sia più emancipato che girare con 40° e uno strofinaccio in testa.

Qual è il problema degli uomini?
Beh, anche altre donne, le madri che puntano a una brava donna di casa per quell'impedito del figlio che non sa nemmeno allacciarsi le scarpe.
Se invece di eterni bambocci allevassero degli adulti, esattamente come fanno con le donne, invece che scaricare tutte le loro insicurezze tenendosi attaccati i figli alle gonne.
E loro le considererebbero nel giusto modo.

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