per essere diplomatici...
Abbiamo già iniziato la mattina presto, verso le 6 e mezza, quando ho scopertro, arrivando in stazione, tutto il parcheggio vuoto e corredato da cartelli di divieto di sosta. Risultato: una caccia impossibile al parcheggio in un posto dove quelli liberi sono ridotti al lumicino. Ho parcheggiato a una distanza siderale dalla stazione, ovviamente quando ho i tacchi perché mi hanno programmato un incontro con una banca.
Spiegazione? Hanno sbagliato giorno per i lavori, gli stolti, creando un sacco di problemi ai poveri pendolari. Cosa vuoi che sia qualche centinaio di persone...
Sul treno non trovo i miei compagni di viaggio e quindi mi si accomodano vicino, a Vigevano, due puzzoni che rendono oltremodo spiacevole il mio viaggio e la mia lettura, intenti a sbirciare nella mia scollatura tutto il tempo.
Che fortuna, sulla metro trovo un posto a sedere! Ma dura poco la fortuna perché accanto si piazza un ciccione che mi costringe ad alzarmi prima di finire spiaccicata contro il sedile.
Arrivo in ufficio, consapevole della riunione delle 10 e dell'intervista delle 11 e 45.
Di lavorare manco se ne parla.
Mentre sto procedendo a fare il più possibile, il meglio possibile nel più breve tempo possibile piomba il mio capo che, per nulla intimidito dal silenzio tombale, dalle mie occhiaie abissali e dall'ora mattutina, mi fa: - Perché non vai giù alla consulenza a provare?- Gli ho spiegato la riunione, blablabla, l'intervista, blablabla, i lavori urgenti da finire blablabla...
Niente, pensa che la rivista si faccia da sola?
Alberto si sacrifica e migra giù al call center, mentre ciccio critica Danilo che c'è rimasto troppo tempo.
Alle 10 arrivano i nostri della Banca. Mi chiamano e vado diretta in sala riunioni, non prima di aver arginato un tentativo di sbolognamento infido di video conferenza nel pomeriggio. Ale si è scordata e lei non lavora nel pomeriggio (perché la mattina...).
E io le dico che no, non posso. E che cavolo, dovrò pur lavorare no?
Mi reco al terzo piano, nella sala riunioni programmata.
E vuota. Non c'è nessuno.
Così mi metto a visitare tutte le sale riunioni dei vari piani, e non trovo nessuno.
Sconsolata arrivo al centralino e mi metto in coda per chiedere alla receptionist dove sono finiti. Mi sento Fantozzi.
Li trovo e mentre mi avvicino già sento la tizia in questione che parla.
Questa è un soggetto interessante, già a un precedente incontro, in pieno inverno, era in maniche corte, stavolta con un abito scollatissimo e senza maniche, che parla a fiume.
Ci vorrebbe un ombrello per proteggersi dal diluvio.
E comunque, quando è uscita ho verificato: abito estivo, e sopra un montoncino simil vero.
Nel mentre... il nulla. Ma perché quell'uomo che è pur tanto bello mi ha invitata alla riunione?
Io che di sistemi informatici non capisco nulla.
Scendo e, cerco di raccogliere le idee, prima dell'intervista.
Il mio intervento, in diretta, è sul nulla condito dal poco. Come risparmiare con il conto corrente, sulla radio della Cgil. Entro e trovo un consesso di geni che sta sparando scemenze, con Ale che sta vendendo come fosse oro la VC a cui ha partecipato ieri (ha capito una parola su quattro, e questo è un problema, dato che la deduzione non è il massimo per definire dei lavori).
Il mio capo cerca di mandarmi, ma si spaventa in seguito al mio sguardo, accusandomi di volerlo far fuori con un'occhiata. Il tempo passa e l'ora dell'intervista si avvicina: il ciccione continua a sblaterare, mentre la gallina che ho in ufficio a starnazzare idiozie ad alta voce (è molto impegnata a guardare il forum della Bossi Fedrigotti sul Corriere).
Suona il telefono e li avviso: - Scusate, ho un'intervista.-.
I due continuano a parlare con un tono che vorrebbe essere sottovoce, quando ad essi si unisce il Principe della brillante idea ovvia e infida che, naturalmente, dovrà dire la sua, metter inutilmente becco su tutto quello che non sa.
Io sono in linea, aspetto di intervenire tra i fertilizzanti per piante e qualche altra cosa simile.
Schiocco le dita, perché la diretta è implacabile, e finalmente i tre deficienti maleducati escono dall'ufficio. C'è anche il rischio che l'idiota si sia offeso perché si è dovuto alzare.
Domani svito le rotelline e poi vorrei godermi lo spettacolo del crollo della baliverna.