Ho conosciuto Doris Lessing con questo libro, cui è seguito "Se gioventù sapesse".
Strano modo per entrare letterariamente in confidenza con una donna nota per lo più per i libri sul Sudafrica.
Ho apprezzato la scrittura schietta, quasi trasparente, la rappresentazione della realtà senza filtri e senza manipolazioni, chiara e diretta.
Una voce nuova, un diverso modo di parlare, attraverso la scrittura quasi priva di retorica e di artifici romanzati. Mi ha subito conquistata, questa moderna forma di realismo, una voce quasi atemporale, che scava nei personaggi e nella loro vita senza annoiare e senza finzione.
Senza giudizio, anche.
Trasparente come un vetro, diretta come una freccia, capace di rappresentare la vecchiaia senza edulcorare e senza offendere, è la storia di una donna di mezza età e della sua amicizia quasi casuale per un'anziana in difficoltà.
Una donna di successo e una vecchietta in povertà, si incontrano e, nonostante differenze culturali e di vita, hanno qualcosa da regalarsi a vicenda.
E sarà proprio la più giovane a regalarle un sogno: un libro pacchiano con la sua vita misera e squallida di sarta dei bassifondi romanzata e resa felice e romantica quale la sua non è mai stata.
Il tema del decadimento, dell'invecchiamento, dell'abbandono e della solitudine che c'è già e quella che arriverà, sono descritti con cura, ma quasi con affetto.
Quello che mia madre ha descritto come un libro terribile è quanto ci aspetta, inevitabilmente, tra la vecchiaia e la morte, senza essere edulcorato in alcun modo.
P.S.: ha dedicato tanti libri ai gatti, ai suoi amatissimi gatti.
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