Oggi è una serata ventosa e strana, temporalesca e dominata da un vento gelido che si infila nelle pieghe dei vestiti, nel collo, tra i capelli. Rabbrividisco nel mio cappottino leggero che è già ora di cambiare.
E' buio pesto e c'è un'aria di attesa, come dovesse nevicare da un momento all'altro.
Mi dirigo a casa, in cui entro al buio.
Blindato in cantina trovo il Teodoro, chiusa un porta, chiusa l'altra.
Il motivo è facile da dire: c'è in casa l'elettricista per l'impianto di allarme.
Dopo una pausa infinita me lo trovo in casa, ultima di una serie di mille priorità.
Appunto, la millesima.
Sono le sette e un quarto. Sono fuori casa da più di 12 ore.
Devo aspettare che termini il lavoro per potermi fare una doccia calda.
Intanto riesco anche a fargli un caffè.
Finalmente guadagno il bagno.
Termino con una bella passata di aspirapolvere, e poi la cena.
Non sono ancora seduta a tavola che vengo investita da una serie di "compiti".
Il primo raviolo rimane sospeso per aria. "Hai scritto all'avvocato?". "Devo comprare le catene, non posso più circolare, e dove vado e come faccio...". " E domani sera come facciamo..." mentre mi si prospetta un'anticamera di quasi due ore...
Infine ora, "mancano i cerotti, io domani non posso uscire".
Inizio quindi la mia seconda giornata lavorativa, qui al pc a cercare 'ste cavolo di catene, a scrivere a 'sto cavolo di avvocato e che altro...
Sono stanca morta, mi sembra di avere un cuore di latta in questo momento, attraversato dagli spifferi, così come mi pare di stare in mezzo agli spifferi manco fossi nella prigione del castello di Fenis.
Altro che valeriana, mi serve un valium.
I can't stand it anymore.
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