Sapevo che togliere al Teodoro, il mio amatissimo e bisbetico gatto, il vizio di bere dal bicchiere sarebbe stato duro.
La terapia d'urto "disintossichiamoci dal bicchiere" ha avuto inizio qualche giorno fa.
Dalla sua posizione prediletta, angolo sinistro del lavandino, il bicchiere è stato spostato sul suo mobiletto, a fianco delle ciotole.
Dopo un paio di giorni il bicchiere è stato progressivamente abbandonato, mentre la fiammante ciotolina a fianco è stata più e più volte lavata e riempita di acqua fresca.
E, oggi, il bicchiere è scomparso.
Solo la bella ciotolina argentata al suo posto...
Facile, eh?
Vorrei poter scrivere che il bravo gattino, invece di dar di matto, si è messo a bere dal suo di bicchiere.
Ma non è così.
Un primo sentore di quel ciclone che avrebbe investito la mia cucina c'è già stato domenica, quando il piccolo felino, palesemente di malumore, ha cominciato a stazionare insistentemente sul lavandino cercando di farmi capire che mancava qualcosa a forza di miagolii (che vanno letti prima come un suggerimento poi come un richiamo e, infine, come una serie di accidenti). Nulla hanno potuto le crocchette specialissime al finto pollo.
Tre giorni di proteste sottolineate da cadute più o meno accidentali di oggetti sempre più grandi incontrati al suo passaggio (non è maldestro, è pestifero).
Finché stasera, la dolce bestiola ha preso, come si suol dire, il toro per le corna, zompando sul lavandino e... rotolandosi sopra la superficie bagnata strillando come un matto, il nasone rivolto insistentemente al luogo del bicchiere.
Non so dirvi, in questo momento, chi vincerà.
Perché, in quanto a testa dura, non c'è competizione con me.
Però il mio miciottolo tanto amato... insomma, basta che non inizi a voler mangiare con le posate....
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