lunedì 11 marzo 2013

Un tram che si chiama Desiderio - II

Due considerazioni a margine della rappresentazione.
Avevo a fianco una degna esponente degli ottuagenari che in gran numero riempivano il teatro. Per un po' di tempo ho accarezzato gioiosa l'illusione di avere a fianco un posto vuoto (su cui magari depositare il cappotto). E invece si siede una sciuretta con un'intera cascata di animali morti addosso, capello bianco, permanente e rossetto rosso.
Per l'occasione ha sfoderato tutta la gioielleria.

E non manca, in queste due ore e 50 di far debordare abbondantemente il suddetto animale morto in braccio a me, riducendomi a uno straccetto allungato sul fondo della sedia.
Chissà cos'avrà pensato con quel bello spettacolo sperimentale.

E tuttavia.. il visone morto, non poteva lasciarlo al guardaroba?

La seconda è la seguente. Mi sono resa conto che se avessi visto le stesso spettacolo a 18 anni avrei maturato immediatamente un sacco di considerazioni e di critiche in punta di lingua. Oggi che ne ho il doppio ho avuto bisogno di pensarci su un giorno e di dormirci su (per dire) una notte per maturare un'idea.

E mi chiedo: è esperienza oppure sfiducia (quella che mi ha colto con il passare del tempo?).

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