domenica 17 marzo 2013

la condanna del risotto domenicale

Quando fai qualcosa bene, poi questo qualcosa ti perseguiterà senza sosta.
Nel mio caso si tratta del risotto, il mio piatto forte.
Da tradizione casa mia si fa la domenica, a mezzogiorno.
Prima di me mia nonna, oggi io a fare questo piatto tipico della bassa.

Ho cucinato il mio primo risotto a otto anni, e, da allora, non ho mai smesso.
Il risotto è un piatto solo in appanza semplice. Ma, se non lo curi e se non lo rispetti, questo  punisce viene uno schifo. Scotto, crudo, salato... mille sono le possibilità di rovinarlo.

Io vorrei uscire dal mio risotto domenicale.
Vorrei mangiare altro, cucinare altro.

La domenica mattina trovo già il riso pesato che mi aspetta, una cipolla da pelare e margini di manovra molto ridotti. Nel nome della tradizione la salsiccia domina sovrana, e magari lo zafferano. La mia idea di fare un risotto con le zucchine ha sollevato proteste a non finire.
Con il pesce quasi una rivoluzione.

E quindi eccomi qui mentre cucino un risotto alla salsiccia e vino rosso. Devo tonare in possesso del controllo della mia cucina. Non c'è altro da dire.

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