lunedì 4 marzo 2013

@medioevo

E dopo 20 giorni il mio frigorifero è ancora rotto.
Dopo 4 interventi ancora non si capisce che abbia.

Morale, benvenuti nel medioevo culinario, in un Paese dove, oggi, le porzioni, gli alimenti e le confezioni sono fatte per un esercito di persone. Dalla temperatura invernale, stiamo lentamente, anche se in modo incerto, scivolando verso la primavera. E quindi va a farsi benedire anche la possibilità di tenere arance e salsicce sul balcone. Più che altro è la ronda continua di gatti e uccelli che mi dà pensiero.

Potrei scrivere un piccolo ricettario di sopravvivenza in cui si realizzano piatti senza... frigo!

Il fatto è che, sia per le dosi (quanto è, esattamente, una porzione per due?), sia per i tempi della spesa, il mondo moderno è fatto per una conservazione al fresco o al gelo. La verità è che io, spesso, torno a casa dopo la chiusura dei negozi, gli unici esercizi che hanno mantenuto la possibilità di avere porzioni singole.

Certo, a casa di mia nonna c'era una cantina perennemente fresca, mentre nelle case moderne, pur gelando, non c'è un posto fresco in cui conservare le cose.

La provincia profonda, poi, non è certo Milano. E le porzioni lievitano.
Va tenuto conto anche del commensale e la possibilità che il mio commensale si lamenti per la scarsità dei piatti è elevata.
Fateci caso, le buste di mozzarella sono da tre, trovare un vassoio con due bistecche è impossibile, i vasetti di sugo sono grossi e gli sconti ci sono solo sulle grandi quantità.

E così mi trovo a fare continue miniminispese e, intanto, ingrasso.
A furia di mangiare insalate in busta e spaghetti integrali, lievito. Per disperazione credo, e anche per i vassoi di pasticcini...
Sono gonfia come un soufflé.

E non si vede la fine.

Comunque, risotto con zafferano, risotto con funghi secchi, pasta aglio e olio, frittata, pomodori e tonno in scatola sono alla base della sopravvivenza del senza frigo.

Io confido nel risveglio dal coma tecnologico del suddetto frigorifero... priam dell'estate!

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