Periodicamente, da me, scatta la frenesia del trasloco.
Credo succeda in molte aziende.
Sul far dell'estate, un po' per riempire il tempo, un po' per riempire le presentazioni con tema "abbiamo fatto per voi" di fine anno, scattano le transumanze da un piano all'altro, precedute da lotte all'ultimo sangue, varianti sul tema: - io non mi sposto, io neppure per sogno.-.
Mandrie di impiegati passano il loro tempo a riempire scatoloni, accapigliarsi per le nuove scrivanie, buttare anni di accumulo selvaggio.
I tempi si fanno serrati, si corre ad ammassare scatoloni ovunque in corridoio.
In questo tardo pomeriggio di venerdì, la luce scema piano piano su corridoi vuoti di gente e ingombri di scatole di cartone, in pigne minacciose come la Torre di Pisa, incombenti sul tuo difficile passaggio.
Nell'azienda ormai vuota, malinconiche cartacce costellano i pavimenti, polvere e frammenti di vita aziendale.
Nessuno nell'ombra della sera, solo il personale delle pulizie, silenziose, a ricomporre il caos altrui.
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