sabato 7 luglio 2012

Desperate shoppers



Stamattina ho incontrato una carissima amica.
Meta: centro commerciale per la consueta operazione "santificare i saldi", ma senza esagerare.

Un commento in sintesi: un mondo di pazzi.
Il negozio di Kiko era intasato come manco la Salerno Reggio Calabria la settimana di ferragosto, stipato come non mai, con la coda per entrare tra gli scaffali troppo vicini, con il rischio di fare una strage di smalti ogni volta che ti giri, o di calpestare un bambino tra i mille intenti a pasticciarsi di colori mentre le mamme se ne fregano, tra le ragazzine che si mettono lo smalto con la scusa di provarlo.

E tutto per comprare... la stessa roba di ieri.
Sì c'ero anch'io, e tutto perché cercavo il maledetto correttore arancione di Clio, che dev'essere come il sacro Graal, chi lo trova è bravo. Che poi mi sia sorta l'esigenza assoluta di uno smalto (sono uscita con due) di uno smalto di un punto di azzurro che ancora non avevo, è un altro discorso....

Ovunque borse e borsette.
Ah, e la spintarella di rito, quella che tra le donne è l'equivalente maschile dello spintone mentre si gioca a pallone. E non abbiamo affrontato nessun negozio di biancheria, altrimenti lì sì che sarebbe arrivato lo spintone vero e proprio.

Mi ha ricordato una pubblicità che mi ha colpito, qualche giorno fa, mentre sfogliavo la free press sulla metro, la mattina presto. Quella dell'inizio dei saldi di un centro commerciale, grande, in cui si pubblicizzavano gli sconti come "più oggetti più felicità".

Per me, questa è la felicità a poco prezzo che possiamo prenderci senza chiederci come e perché. Una soddisfazione scarsa e veloce, che muore con la fatica dell'accumulo, che si annulla nella confusione delle luci, della musica, del caldo e della gente.

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