Nell'aria grigia di questi giorni che corrono velocemente verso l'Immacolata, tra foglie che cadono, nell'arietta gelida e tagliente dell'inverno che si annuncia, mi trovo sulla strada della farmacia, alla ricerca dell'antibiotico.
A piedi, data l'assenza di parcheggi, mi muovo nel centro cittadino, nel fervore di una piccola folla che di sabato già assapora l'anmosfera natalizia, con la scusa delle feste imminenti già carichi di pacchetti, come da tanto non si vedeva.
E' un attimo, basta abbandonare la strada principale e in questa mattina di sabato mi lascio velocemente alle spalle il traffico e il chiasso della città.
Costeggio lo stagno e osservo le imperturbabili anatre che mi guardano sonnacchiose.
Per un lungo momento solo i miei passi risuonano nel silenzio.
Passo gli alberi ormai spogli, e percorro gli ultimi metri verso casa.
Il tepore che mi accoglie entrando è quasi commovente.
Libera da cappotti, sciarpe, e stivali, entro in una cucina silenziosa e immersa in una penombra autunnale.
Apro con certezza un armadietto, e mi dedico al momento più dolce della giornata: la mia tazza di the.
Mentre l'acqua si scalda e il the si prepara, mi sento come sospesa, tra la pace odierna e quello che mi aspetta, come una nuvola all'orizzonte, minacciosa e incerta.
Ma il calore del liquido scuro e amaro agisce su di me come un'abbraccio.
Un lungo, lieve e delicato abbraccio.
Sullo sfondo si stagliano problemi a non finire, ma questo momento, solo mio, è come ossigeno per i miei pensieri preoccupati.
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