lunedì 10 dicembre 2012

Le ragioni di tutti

Oggi mi sono svegliata e, improvvisamente, ho cominciato a sentire le ragioni di tutti.

Le ragioni di chi si è buttato giù dal letto all'alba, ha acceso una macchina gelida nel buio, ha aspettato che si scongelasse e ha guidato nella notte nebbiosa fino alla stazione, per arrivare al lavoro dopo ore. E lì il treno non c'era e ha passato mezz'ora nel buio pesto del gelo artico sceso sull'Italia fino al successivo, per sgomitare come un matto e salire sulla prima carrozza dove buttarsi, dopo aver sgomitato per salire, tra porte rotte e carrozze intasate, addosso a te, sgomitando per tutto il viaggio e non tacendo un secondo.

Le ragioni della gente che sciama nei corridoi della metro, chiedendosi il perché sia già lunedì.
Visi di diversi colori ed età, i volti appiccicati al finestrino dei ragazzini sul tram, ostinati a guardare fuori, persi in fantasticherie evanescenti, coperte dalla musica degli auricolari. Le vacanze alle porte, dopo le ultime verifiche, i regali che arriveranno oppure no, desiderati con grande intensità. Così presi da se stessi da ignorare un universo di vecchiette traballanti sul vecchio tram in curva libera.

Le ragioni di chi si trova a fare le pulizie sui treni. Li vedi, alla mattina presto, che attendono sul binario l'arrivo del treno, armati di spazzole e secchi. Tu scendi e loro salgono, per non partire per nessun luogo. Sono italiani, chissà come sono arrivati lì, perdendo magari vent'anni o più di posto onesto in fabbrica, si sono trovati con lo spazzolone in mano.

Le ragioni di commesse perfettamente truccate e pettinate, già intente a mettere a posto gli scaffali alle 7 e mezza di mattina. Un lavoro lunghissimo, che richiede presenza, magari con una musica assordante, e per pochi soldi, impegnati a tenere a bada l'arroganza della gente.

Cammino e sento i pensieri, i timori, le speranze di tutti quelli che mi si avvicinano e allontanano, ognuno con la sua storia scritta in volto, intento a trascinarsi verso una nuova giornata, una nuova settimana.

Li vedo, ho interesse per l'osservazione, come se la nebbia densa dolorosa e velenosa che mi soffoca da anni si fosse un po' rarefatta. Fermarsi ai bordi, guardare oltre la propria disillusione, guardare oltre se stessi, per scoprire un mondo intero che, nel bene e nel male ti aspetta, è una grande vittoria.

Alla faccia di chi ti ha voluto e fatto del male.




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