lunedì 17 settembre 2012

Smarrimento

Mi aggiro in questo lunedì come dentro a una bolla, dalle pareti opache e spesse.
Vagamente oppressa dalla quotidianità, soffio sulla superficie di cose e persone leggermente stupita.
La presenza scomposta e arruffata dell'omino barbuto, ma soprattutto la sua lingua inarrestabile, che dribbla, saltella, si mangia tre parole su cinque, per raccontare alla pluralità indistinta le prodezze del suo we a portare "i bambini" al cinema e chissà dove i figli degli altri....

La mente si ribella: quanto starnazzare inutile.
Quanta garrula prepotenza e tronfia sicumera. Arrogante, ma scioccamente presuntuoso. Per un attimo mi fa anche pena, così cieco, così infantile e pieno di sé. Crede ancora che me la prenda a sentire che preferisce sentirsi salvatore del mondo a baliare i figli degli altri e passare (buttare?) il loro tempo con loro, piuttosto che non con me.

Ma lo compatisco, perché così compreso in sé stesso non si vede, così com'è, invecchiato suo malgrado, qualche filo bianco in più, qualche capello in meno, un uomo che si avvia verso la mezza età, che dal pulcino bohemien si è trasformato in un pollo sciatto e fuori luogo.

Lo scorrere del tempo mi lascia spiazzata e stanca.
Ho faticato molto, ma ho sbagliato obiettivo.

Ora non so più cosa voglio.
Non so nemmeno bene cosa cerco, è quindi difficile trovarlo.

Emozioni, speranze, mi sembra impossibile che questo corredo torni ad appartenermi, e che qualcuno possa applicarlo a me.

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