I miei lunedì si aprono, ogni settimana o quasi, tra le 4 e le 5, ora antidiluviana in cui si manifesta un tenace e perfido mal di pancia, con tanto di crampi allo stomaco.
Mi sveglio, mi rigiro e... niente da fare, il sonno si è volatilizzato.
Intanto si affollano alla mente pensieri compulsivi.
- E se salta la rete? Mi sono dimenticata di salvare in locale i miei pezzi, accidenti, presa da mille cose diverse venerdì pomeriggio.-.
Mi alzo concentrata, arrivo con una lista ben precisa di cose da fare, e finalmente, nonostante il ritardo del treno, un viaggio tremendo in una metro superaffollata e con il condizionamento acceso al massimo (per cui un freddo cane), spintoni e spintarelle per arrivare alla mia scrivania.
Accedo il pc, lentissimo, e trovo una bella mail in cui vengono elencati gli appuntamenti, i convegni, i viaggi a cui partecipano la maggior parte delle persone che conosco.
Insomma, colleghi la cui attività lavorativa è tenuta in considerazione, tanto da inviarli a presenziare e partecipare ad appuntamenti interessanti.
Perchè io non vado mai da nessuna parte?
Perchè non seguo mai dei corsi professionalizzanti?
Perchè sono sempre qui ad affastellare conti su conti su conti su conti sempre uguali?
L'entusiasmo, se mai ne avessi avuto, si è dissolto in pochi secondi.
Altro che, il mal di pancia è per il disagio, la noia e il senso di immobilità.
Come se ritenessi che un intero patrimonio di capacità fosse buttato al vento lentamente, ma inesorabilmente.
Dipende dal capo, il fatto di "sponsorizzarti" o meno.
Il mio, insicuro e poco valido professionalmente com'è, cerca di isolarci e nasconderci al resto dell'azienda. Il dramma, ahimé, sta in questo senso claustrofobico di non poter cambiare aria perchè di lavoro non ce n'è e chi te lo dà lo sa...
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