domenica 28 ottobre 2012

Vietato stampare

La crisi è tra noi e noi la combattiamo senza quartiere.
Come?

Smettendo di stampare per diminuire i costi di carta e inchiostro.
Questo è, in sintesi, il messaggio che univoco arriva da più parti.
Mi conoscete e sapete che sono contraria a sprechi e inutili sacrifici di poveri alberi amazzonici.

Però che l'ufficio stampa di una società editoriale abbia l'interdizione a stampare mi pare ridicolo.
Tanto più che questa manovra di stretta sulle stampe si è concretizzata con l'acquisto di una serie di dispositivi che verranno applicati a ogni computer per contare le stampe effettuate, più uno schermo aggiuntivo che permetterà, cavandosi gli occhi, naturalmente, di leggere i documenti redatti.

Mi piacerebbe capire chi ha fatto l'analisi dei costi di tutta questa cosa, in quanto tempo verranno ammortizzati i medesimi e a che prezzo, anche per chi lavora (vedi capitolo: vista).

Noi stampiamo, ebbene sì.
Stampiamo le prove delle riviste, gli articoli e i prospetti informativi dei prodotti che per legge dobbiamo tenere per un anno.

Dato che abbiamo un fior fiore di informatici, non abbiamo un correttore sulla versione di word aggiornata artigianalmente in casa. O meglio, l'unico correttore che non manda in crash tutto il sistema è quello fiammingo. Di cui potete capire l'utilità. Ce lo siamo fatti disattivare, dato che produceva mostri.

Io non dovrei stampare, le cose inutili, va bene, ma ci sono cose indispensabili.
Se devo riprendere in mano un lavoro dopo mesi (di cui non ricordo nulla, visto che scrivo articoli a pioggia), necessito di avere una stampa.
Come tenere poi memoria dei cambi di stime?

Qui, secondo me, c'è qualcuno che risparmia sulla pelle degli altri per centralizzare a fini propri il budget. A quando dovremo portarci il sapone da casa?

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