Seduzione nel segno di Halloween.
Così oggi deve aver pensato una delle spasimanti più motivate del "bello", che ogni giorno puntuale lo aspetta in mensa all'arrivo, per attaccargli un bottone che, a suo modo di vedere, dovrebbe essere fatale.
E fatale lo sarebbe stato sul serio questo, considerando che stamattina alla consueta mise aggressiva (per fare un esempio, quest'estate veniva con una canotta con reggiseno leopardato in ampia vista) un trucco degno di Rocky Horror Picture Show.
La poverina, che ha lineamenti piuttosto marcati, come una bocca a canotto da far concorrenza alla Dellera dei tempi d'oro, naso molto prominente e altri pezzi di volto scomposti, oggi si è bistrata gli occhi di nero e grigio modello maschera (mai visto nessuno così conciato nemmeno in discoteca) abbinando una dose di fard massiccia a un rossetto color vinaccia intenso spalmato in dosi faraoniche ben sopra il contorno delle labbra.
Un pagliaccio, per farla breve, giustificabile solo con un black out sul modello di New York al momento del trucco.
La nostra seduttrice si aggirava, come ogni giorno, come un'anima in pena brandendo una tazza da tè rigorosamente vuota per recitare la parte di salutista, attendere al varco il nostro eroe e attaccargli un bottone con tripla asola rinforzata nell'intimità della sala mensa.
Sguardo preoccupato quando ci scorge nei pressi della macchinetta e inizia a vagare nei corridoi a pian terreno. Incredibile come faccia a perdere tanto tempo.
Dopo poco dal fondo del corridoio arriva il nostro uomo, lo percorre e... non entra in sala mensa!
Che tema le imboscate?
(prosegue... sicuramente)
mercoledì 31 ottobre 2012
Essere speciale per qualcuno
Vorrei sentirmi davvero speciale per qualcuno, vorrei sentirmi davvero speciale con qualcuno.
In questo freddo improvviso, nella foschia grigia autunnale, sotto questa pioggerellina sporca e sconfortante, vorrei avere la certezza di un sorriso luminoso solo per me.
Vorrei un caldo abbraccio rassicurante, vorrei parole e sguardi di complicità, vorrei discorsi interessanti, il tempo che vola, che non è mai abbastanza, vorrei sentire il desiderio di stare solo con me, di fare delle cose solo per me.
Vorrei sentirmi la prima, e l'unica.
Vorrei essere guardata in modo differente dal resto del mondo, come fossi delicata e preziosa.
Vorrei essere riempita di premure, vorrei essere prevenuta nei miei pensieri.
Vorrei un messaggio dolce, un regalino inaspettato, un fiore senza motivo.
Vorrei sentirmi meglio nella mia pelle, nei miei vestiti, senza la necessità continua di rinnovarmi e la critica non detta di non essere mai all'altezza.
Vorrei poter pensare con calore e serenità a qualcuno prima di dormire.
Vorrei fare dei progetti ed esserne parte.
Vorrei essere una scelta, ma non di comodo.
Vorrei poter sognare un po'.
In questo freddo improvviso, nella foschia grigia autunnale, sotto questa pioggerellina sporca e sconfortante, vorrei avere la certezza di un sorriso luminoso solo per me.
Vorrei un caldo abbraccio rassicurante, vorrei parole e sguardi di complicità, vorrei discorsi interessanti, il tempo che vola, che non è mai abbastanza, vorrei sentire il desiderio di stare solo con me, di fare delle cose solo per me.
Vorrei sentirmi la prima, e l'unica.
Vorrei essere guardata in modo differente dal resto del mondo, come fossi delicata e preziosa.
Vorrei essere riempita di premure, vorrei essere prevenuta nei miei pensieri.
Vorrei un messaggio dolce, un regalino inaspettato, un fiore senza motivo.
Vorrei sentirmi meglio nella mia pelle, nei miei vestiti, senza la necessità continua di rinnovarmi e la critica non detta di non essere mai all'altezza.
Vorrei poter pensare con calore e serenità a qualcuno prima di dormire.
Vorrei fare dei progetti ed esserne parte.
Vorrei essere una scelta, ma non di comodo.
Vorrei poter sognare un po'.
martedì 30 ottobre 2012
Il peggior modo per iniziare la settimana
Quattro piani, quattro gruppi di macchinette per il caffè, per l'acqua e per gli snack.
Ieri ne funzionava una sola.
Alle 8 e rotti del lunedì mattina prima dei Santi, un freddo cane, arrivo nello stabile deserto con un unico pensiero, la tazzina di caffè, un caffè già di per sé pessimo, ma comunque apportatore di indispensabile caffeina, il bicchierino scende.... vuoto!
La cosa più antipatica che possa succedere, perfino peggio di quando invece del caffè la maledetta ti eroga del latte zuccherato (che schifo).
Così inizia il pellegrinaggio tra le varie macchinette.
Tutte inesorabilmente staccate o fuori servizio.
Di fronte all'unica rimasta in vita c'è una coda infernale.
Quando arriva il mio turno, mi serve un'ombra di caffè dal forte retrogusto di candeggina.
Imbevibile e anche maleolente.
Alle 13 non solo le macchinette del caffè, ma anche le stampanti e le fotocopiatrici di mezzo editoriale erano fuori uso.
Insieme alle macchinette per distribuire acqua e generi di conforto.
Si vedevano branchi di assetati vagare da un piano all'altro, e affamati parecchio nervosi.
Io, stamattina, sono andata al bar a iniziare la giornata in modo più decente....
Ieri ne funzionava una sola.
Alle 8 e rotti del lunedì mattina prima dei Santi, un freddo cane, arrivo nello stabile deserto con un unico pensiero, la tazzina di caffè, un caffè già di per sé pessimo, ma comunque apportatore di indispensabile caffeina, il bicchierino scende.... vuoto!
La cosa più antipatica che possa succedere, perfino peggio di quando invece del caffè la maledetta ti eroga del latte zuccherato (che schifo).
Così inizia il pellegrinaggio tra le varie macchinette.
Tutte inesorabilmente staccate o fuori servizio.
Di fronte all'unica rimasta in vita c'è una coda infernale.
Quando arriva il mio turno, mi serve un'ombra di caffè dal forte retrogusto di candeggina.
Imbevibile e anche maleolente.
Alle 13 non solo le macchinette del caffè, ma anche le stampanti e le fotocopiatrici di mezzo editoriale erano fuori uso.
Insieme alle macchinette per distribuire acqua e generi di conforto.
Si vedevano branchi di assetati vagare da un piano all'altro, e affamati parecchio nervosi.
Io, stamattina, sono andata al bar a iniziare la giornata in modo più decente....
lunedì 29 ottobre 2012
La traversata del lago di Pusiano
Non è uno scherzo, lo premetto perché è talmente assurdo da richiedere una rassicurazione.
Grillo attraversa a nuoto lo stretto di Messina?
Un'azione forte per iniziare la campagna elettorale che, nel suo piccolo, anche Soldi Sette può replicare per dar maggior risonanza al numero 1.000
Schierando la nostra campionessa olimpica (para, direi) a compiere la traversata a nuoto del lago di Pusiano (suppongo in Brianza).
La nostra donna (l'unica la cui pettinatura a maschio in odore di calvizia consente di evitare di indossare la cuffia in piscina) vanta prestazioni di tutto rispetto. Dice, sempre lei, di fare a nuoto 282 vasche. Non ho scritto male, 282. Alla notizia che Grillo si è fatto i quasi 2 Km a nuoto per arrivare a Messina, ha commentato sprezzante: - Io ne faccio molti di più.-
Ci dobbiamo quindi aspettare una Soldi Sette vestita a sfidare il freddo (e le alghe, l'inquinamento, le carpe...) del laghetto brianzolo?
E mentre i colleghi dipingono con una fantasia perversa un orribile costumino tutina rosso fuoco come il nuovo supereroe di Altroconsumo marchiato con il distintivo del segugio di Soldi Sette (un premio virtuale che mai nessuno dei nostri fans su Facebook ha voluto aggiudicarsi), io rammento due cosette.
La prima è che la tizia in questione ha più pancia di me, di una il cui massimo sport è la cucina e che ha il muscolo da ferro da stiro. Il che è grave, perché un uso forsennato e compulsivo di palestra e piscina dovrebbe produrre sul fisico il bell'aspetto tonico e leggiadro che in gioventù avevo quando mangiavo meno, ero meno triste e mi muovevo molto di più.
E la seconda attiene al fatto che in contesto marittimo la suddetta non ha mai azzardato più di mezza bracciata, e solo dove si toccava, cioè, dove toccavano anche i pesci che nuotano sul fondo.
Non credo quindi che il Lago di Pusiano sia così basso (in tal caso si chiamano pozze...)....
Grillo attraversa a nuoto lo stretto di Messina?
Un'azione forte per iniziare la campagna elettorale che, nel suo piccolo, anche Soldi Sette può replicare per dar maggior risonanza al numero 1.000
Schierando la nostra campionessa olimpica (para, direi) a compiere la traversata a nuoto del lago di Pusiano (suppongo in Brianza).
La nostra donna (l'unica la cui pettinatura a maschio in odore di calvizia consente di evitare di indossare la cuffia in piscina) vanta prestazioni di tutto rispetto. Dice, sempre lei, di fare a nuoto 282 vasche. Non ho scritto male, 282. Alla notizia che Grillo si è fatto i quasi 2 Km a nuoto per arrivare a Messina, ha commentato sprezzante: - Io ne faccio molti di più.-
Ci dobbiamo quindi aspettare una Soldi Sette vestita a sfidare il freddo (e le alghe, l'inquinamento, le carpe...) del laghetto brianzolo?
E mentre i colleghi dipingono con una fantasia perversa un orribile costumino tutina rosso fuoco come il nuovo supereroe di Altroconsumo marchiato con il distintivo del segugio di Soldi Sette (un premio virtuale che mai nessuno dei nostri fans su Facebook ha voluto aggiudicarsi), io rammento due cosette.
La prima è che la tizia in questione ha più pancia di me, di una il cui massimo sport è la cucina e che ha il muscolo da ferro da stiro. Il che è grave, perché un uso forsennato e compulsivo di palestra e piscina dovrebbe produrre sul fisico il bell'aspetto tonico e leggiadro che in gioventù avevo quando mangiavo meno, ero meno triste e mi muovevo molto di più.
E la seconda attiene al fatto che in contesto marittimo la suddetta non ha mai azzardato più di mezza bracciata, e solo dove si toccava, cioè, dove toccavano anche i pesci che nuotano sul fondo.
Non credo quindi che il Lago di Pusiano sia così basso (in tal caso si chiamano pozze...)....
domenica 28 ottobre 2012
Compensare le insoddisfazioni al supermercato
Vi piace mangiare?
A me sì, ma c'è una cosa che amo ancor di più, ed è cucinare.
Per cucinare occorre fare la spesa, cosa che non amo.
Il fatto di essere "a piede libero" in un luogo pieno di merce ha però dei vantaggi indubbi, tra cui quello di poter scaricare qualche insoddisfazione abbattendola con la creatività di un acquisto diverso dal solito.
Gli anni che passano si vedono anche dal carrello.
Dopo tantissimi anni in contemplazione estatica di tutto ciò che era make up e prodotti per capelli (che faccio oggi, dai, cambio colore) sono passata alla spesa della massaia. Da quando, in pratica, mi sono vietati lieviti e latticini, è diventato tutto molto meno divertente.
Ecco che tra le corsie mi è venuta incontro l'ultima passione: i detersivi.
Sissignori, i detersivi.
Ho in cantina una scorta imperiale di detersivo per piatti.
Ho selezionato le mie fragranze preferite, tra cui spicca Nelsen ai carboni attivi.
Quando, su uno dei mille volantini che consulto, vedo un'offerta di Nelsen, vado in deliquio.
Idem per Chante Clair al muschio bianco, mentre Sole per i panni liquido mi è abbastanza insopportabile.
Ed eccomi, ad anni di distanza, a svitare il tappo dei flaconi ed annusare il contenuto.
Ad annotarmi le fantastiche promozioni, a caccia di affari, e a riempire casa di confezioni doppie di Vetril.
Tra l'altro sono una pessima donna di casa...ma si vede che, metaforicamente, ho tanto desiderio di lavar via, insieme allo sporco, anche i dispiaceri.
A me sì, ma c'è una cosa che amo ancor di più, ed è cucinare.
Per cucinare occorre fare la spesa, cosa che non amo.
Il fatto di essere "a piede libero" in un luogo pieno di merce ha però dei vantaggi indubbi, tra cui quello di poter scaricare qualche insoddisfazione abbattendola con la creatività di un acquisto diverso dal solito.
Gli anni che passano si vedono anche dal carrello.
Dopo tantissimi anni in contemplazione estatica di tutto ciò che era make up e prodotti per capelli (che faccio oggi, dai, cambio colore) sono passata alla spesa della massaia. Da quando, in pratica, mi sono vietati lieviti e latticini, è diventato tutto molto meno divertente.
Ecco che tra le corsie mi è venuta incontro l'ultima passione: i detersivi.
Sissignori, i detersivi.
Ho in cantina una scorta imperiale di detersivo per piatti.
Ho selezionato le mie fragranze preferite, tra cui spicca Nelsen ai carboni attivi.
Quando, su uno dei mille volantini che consulto, vedo un'offerta di Nelsen, vado in deliquio.
Idem per Chante Clair al muschio bianco, mentre Sole per i panni liquido mi è abbastanza insopportabile.
Ed eccomi, ad anni di distanza, a svitare il tappo dei flaconi ed annusare il contenuto.
Ad annotarmi le fantastiche promozioni, a caccia di affari, e a riempire casa di confezioni doppie di Vetril.
Tra l'altro sono una pessima donna di casa...ma si vede che, metaforicamente, ho tanto desiderio di lavar via, insieme allo sporco, anche i dispiaceri.
Autunno
Un vento gelido passa implacabile attraverso le fessure delle persiane, si intrufola in ogni angolo, accompagnato da scrosci di pioggia e da una bruma che non promette nulla di buono.
In tre giorni è arrivato l'autunno, le temperature sono precipitate e la nebbia, gelida e umida, ha avvolto tutto, me compresa.
E' buio quando esco e lo è quando torno. Rabbrividendo, all'inizio della mia giornata, nella tristezza del parcheggio della stazione, in cui sono costretta a precipitarmi molto prima delle sette del mattino, mi sento sola e rifletto sul fatto che proprio una vita così non l'avrei immaginata.
Mi chiedo se l'analogia, più hai studiato e più è faticosa la tua giornata, sia vera.
Lo studio è sempre stato il passaporto per migliorare la propria condizione sociale.
Finché non siamo arrivati noi, a cui è toccato quasi scusarci per averlo fatto, e che siamo stati destinati a esperienze frustranti e sconfortanti.
Molto tempo passato a cercare di collocarsi, con risultati non sempre buoni.
Poche soddisfazioni dal lavoro, o niente, e uno stipendio troppo basso.
Ovviamente ci sono le persone troppo selettive, quelle che posso esserlo, tra cui, immagino la figlia dell nostro geniale ministro, che riceve soldi a fiumi per le sue ricerche, senza essere Einstein ma solo la figlia di.
In tre giorni è arrivato l'autunno, le temperature sono precipitate e la nebbia, gelida e umida, ha avvolto tutto, me compresa.
E' buio quando esco e lo è quando torno. Rabbrividendo, all'inizio della mia giornata, nella tristezza del parcheggio della stazione, in cui sono costretta a precipitarmi molto prima delle sette del mattino, mi sento sola e rifletto sul fatto che proprio una vita così non l'avrei immaginata.
Mi chiedo se l'analogia, più hai studiato e più è faticosa la tua giornata, sia vera.
Lo studio è sempre stato il passaporto per migliorare la propria condizione sociale.
Finché non siamo arrivati noi, a cui è toccato quasi scusarci per averlo fatto, e che siamo stati destinati a esperienze frustranti e sconfortanti.
Molto tempo passato a cercare di collocarsi, con risultati non sempre buoni.
Poche soddisfazioni dal lavoro, o niente, e uno stipendio troppo basso.
Ovviamente ci sono le persone troppo selettive, quelle che posso esserlo, tra cui, immagino la figlia dell nostro geniale ministro, che riceve soldi a fiumi per le sue ricerche, senza essere Einstein ma solo la figlia di.
Risotto zafferano e salsiccia
Ecco il risottino della domenica, che va per la maggiore da me.
Ingredienti
riso
brodo di carne
cipolla
burro e olio
sale
salsiccia
zafferano
Ho fatto un soffritto con olio e burro e la cipolla tagliata sottile, aggiungendo subito il sale.
Ho aggiunto alla cipolla ben cotta la salsiccia, polverizzandola.
Ho aggiunto il riso, fatto tostare e bagnato con il brodo di carne, un mestolo per volta, il riso fino a fine cottura.
Ho notato che mettendo il giusto quantitativo di brodo per volta, e facendolo assorbire, il risultato finale è migliore, e non si rischia l'effetto "riso in brodo".
Se volete, servite con burro e parmigiano (io ovviamente l'ho messo).
Ingredienti
riso
brodo di carne
cipolla
burro e olio
sale
salsiccia
zafferano
Ho fatto un soffritto con olio e burro e la cipolla tagliata sottile, aggiungendo subito il sale.
Ho aggiunto alla cipolla ben cotta la salsiccia, polverizzandola.
Ho aggiunto il riso, fatto tostare e bagnato con il brodo di carne, un mestolo per volta, il riso fino a fine cottura.
Ho notato che mettendo il giusto quantitativo di brodo per volta, e facendolo assorbire, il risultato finale è migliore, e non si rischia l'effetto "riso in brodo".
Se volete, servite con burro e parmigiano (io ovviamente l'ho messo).
Vietato stampare
La crisi è tra noi e noi la combattiamo senza quartiere.
Come?
Smettendo di stampare per diminuire i costi di carta e inchiostro.
Questo è, in sintesi, il messaggio che univoco arriva da più parti.
Mi conoscete e sapete che sono contraria a sprechi e inutili sacrifici di poveri alberi amazzonici.
Però che l'ufficio stampa di una società editoriale abbia l'interdizione a stampare mi pare ridicolo.
Tanto più che questa manovra di stretta sulle stampe si è concretizzata con l'acquisto di una serie di dispositivi che verranno applicati a ogni computer per contare le stampe effettuate, più uno schermo aggiuntivo che permetterà, cavandosi gli occhi, naturalmente, di leggere i documenti redatti.
Mi piacerebbe capire chi ha fatto l'analisi dei costi di tutta questa cosa, in quanto tempo verranno ammortizzati i medesimi e a che prezzo, anche per chi lavora (vedi capitolo: vista).
Noi stampiamo, ebbene sì.
Stampiamo le prove delle riviste, gli articoli e i prospetti informativi dei prodotti che per legge dobbiamo tenere per un anno.
Dato che abbiamo un fior fiore di informatici, non abbiamo un correttore sulla versione di word aggiornata artigianalmente in casa. O meglio, l'unico correttore che non manda in crash tutto il sistema è quello fiammingo. Di cui potete capire l'utilità. Ce lo siamo fatti disattivare, dato che produceva mostri.
Io non dovrei stampare, le cose inutili, va bene, ma ci sono cose indispensabili.
Se devo riprendere in mano un lavoro dopo mesi (di cui non ricordo nulla, visto che scrivo articoli a pioggia), necessito di avere una stampa.
Come tenere poi memoria dei cambi di stime?
Qui, secondo me, c'è qualcuno che risparmia sulla pelle degli altri per centralizzare a fini propri il budget. A quando dovremo portarci il sapone da casa?
Come?
Smettendo di stampare per diminuire i costi di carta e inchiostro.
Questo è, in sintesi, il messaggio che univoco arriva da più parti.
Mi conoscete e sapete che sono contraria a sprechi e inutili sacrifici di poveri alberi amazzonici.
Però che l'ufficio stampa di una società editoriale abbia l'interdizione a stampare mi pare ridicolo.
Tanto più che questa manovra di stretta sulle stampe si è concretizzata con l'acquisto di una serie di dispositivi che verranno applicati a ogni computer per contare le stampe effettuate, più uno schermo aggiuntivo che permetterà, cavandosi gli occhi, naturalmente, di leggere i documenti redatti.
Mi piacerebbe capire chi ha fatto l'analisi dei costi di tutta questa cosa, in quanto tempo verranno ammortizzati i medesimi e a che prezzo, anche per chi lavora (vedi capitolo: vista).
Noi stampiamo, ebbene sì.
Stampiamo le prove delle riviste, gli articoli e i prospetti informativi dei prodotti che per legge dobbiamo tenere per un anno.
Dato che abbiamo un fior fiore di informatici, non abbiamo un correttore sulla versione di word aggiornata artigianalmente in casa. O meglio, l'unico correttore che non manda in crash tutto il sistema è quello fiammingo. Di cui potete capire l'utilità. Ce lo siamo fatti disattivare, dato che produceva mostri.
Io non dovrei stampare, le cose inutili, va bene, ma ci sono cose indispensabili.
Se devo riprendere in mano un lavoro dopo mesi (di cui non ricordo nulla, visto che scrivo articoli a pioggia), necessito di avere una stampa.
Come tenere poi memoria dei cambi di stime?
Qui, secondo me, c'è qualcuno che risparmia sulla pelle degli altri per centralizzare a fini propri il budget. A quando dovremo portarci il sapone da casa?
venerdì 26 ottobre 2012
Competizione al maschile
Anche gli uomini sono gelosi dei loro simili più appetibili. E anche loro "combattono" l'intruso con armi non convenzionali.
In alcuni casi, sono anche più perfidi delle donne.
Da un po' di tempo a questa parte sto osservando gli uomini del mio ufficio coalizzati contro un povero malcapitato, nome in codice "il bello", dato che è bello sul serio ed è anche l'unico qui dentro degno di nota, caratterizzato, almeno da una conoscenza superficiale, dall'unire bell'aspetto a un comportamento senza sbavature.
Non sia mai.
Una lunga sequenza di commenti al vetriolo, uniti a difetti inventati (secondo noi donne) intuiti (secondo gli uomini) hanno dato origine a un brusio senza fine che deve aver tormentato le orecchie del malcapitato.
Ogni occasione, vera o presunta, è quella giusta per poter sparlare, insinuare, e tormentare il poveraccio, che con compostezza ammirevole, fa finta di non capire (credo).
Bastano due righe di mail a scatenare le malelingue.
Non parliamo delle chiamate.
Passa per noioso, mentre fa il suo lavoro, per stupido (qualche cavolata la dice, è vero, ma è un problema diffuso), per "strano": si vaneggia che mangi solo tofu e pollo lesso (credo che segua una dieta come tutti quelli che vanno in palestra). E comunque, sono fatti suoi: finché non cerca di far mangiare il pollo lesso a me...
Entra in ufficio, chiede una cosa e subito gli occhi appuntiti dei colleghi maschi lo scrutano (continuano a non rivolgergli la parola e a ignorarlo al di fuori). E appena chiude la porta... siccome non possono trovare difetti di altro tipo attaccano qualsiasi virgola detta o intuita.
Ogni scusa è buona, anche quando non viene.
Per darvi un'idea:
Qualche tempo fa è entrato un tecnico nel nostro ufficio.
Periodicamente vengono a misurare la qualità dell'aria.
Bussano e il mio capo ha commentato: pensavo fosse xx per fortuna non è lui.
Un altro dice: eh, non avresti visto il ciuffo, ma il naso con quel porro che si ritrova.
E un terzo ribatte: porro? eh sì, proprio sula punta del naso.
E via a criticare...
Intanto, a pian terreno si succedono le donne a fargli la posta....
In alcuni casi, sono anche più perfidi delle donne.
Da un po' di tempo a questa parte sto osservando gli uomini del mio ufficio coalizzati contro un povero malcapitato, nome in codice "il bello", dato che è bello sul serio ed è anche l'unico qui dentro degno di nota, caratterizzato, almeno da una conoscenza superficiale, dall'unire bell'aspetto a un comportamento senza sbavature.
Non sia mai.
Una lunga sequenza di commenti al vetriolo, uniti a difetti inventati (secondo noi donne) intuiti (secondo gli uomini) hanno dato origine a un brusio senza fine che deve aver tormentato le orecchie del malcapitato.
Ogni occasione, vera o presunta, è quella giusta per poter sparlare, insinuare, e tormentare il poveraccio, che con compostezza ammirevole, fa finta di non capire (credo).
Bastano due righe di mail a scatenare le malelingue.
Non parliamo delle chiamate.
Passa per noioso, mentre fa il suo lavoro, per stupido (qualche cavolata la dice, è vero, ma è un problema diffuso), per "strano": si vaneggia che mangi solo tofu e pollo lesso (credo che segua una dieta come tutti quelli che vanno in palestra). E comunque, sono fatti suoi: finché non cerca di far mangiare il pollo lesso a me...
Entra in ufficio, chiede una cosa e subito gli occhi appuntiti dei colleghi maschi lo scrutano (continuano a non rivolgergli la parola e a ignorarlo al di fuori). E appena chiude la porta... siccome non possono trovare difetti di altro tipo attaccano qualsiasi virgola detta o intuita.
Ogni scusa è buona, anche quando non viene.
Per darvi un'idea:
Qualche tempo fa è entrato un tecnico nel nostro ufficio.
Periodicamente vengono a misurare la qualità dell'aria.
Bussano e il mio capo ha commentato: pensavo fosse xx per fortuna non è lui.
Un altro dice: eh, non avresti visto il ciuffo, ma il naso con quel porro che si ritrova.
E un terzo ribatte: porro? eh sì, proprio sula punta del naso.
E via a criticare...
Intanto, a pian terreno si succedono le donne a fargli la posta....
Ciccio e la stampante
Abbiamo una sola grande e inefficiente stampante multifunzione che serve a un ufficio di oltre 50 persone (siamo una società editoriale).
Ogni giorno ha un problema: finisce il toner, si riempie il toner, si blocca, si inceppa.
I problemi aumentano quando Ciccio, uomo dalla rara delicatezza, la prende a calci.
Poco fa, nel fervore della produzione del venerdì, lanciamo a frotte le nostre stampe e ci accorgiamo che non escono.
Immaginatevi, un ufficio intero che deve fare un giornale e non può stampare una virgola e non può nemmeno fare il controllo ortografico, dato che nell'aggiornamento di Word che ci hanno caricato, l'unico correttore che funziona è quello in fiammingo....
Come un nugolo di mosche tutti a vedere che succede.
Sul display compare il segnale di errore: inceppamento zona A1 ed A2.
Apri, chiudi, smonta, fruga, pestati un dito, spegni e riaccendi (la base dell'informatica) niente.
Morta con due luci lampeggianti.
Mentre siamo lì, chi seduto, chi in piedi, chi chinato a cercare il foglio che si frappone tra noi e le agognate stampe, esce lui, il Ciccio nazionale, camicia bianca della comunione e bottone in agonia (eutanasia per il bottone, vi scongiuro), panza in fuori, braccia ampiamente discostate dal busto rotondo quanto basta per far passare la pancia, piedi da papera in fuori, imbustati in ridicole scarpe dimagranti, e ci ha: - Eh, guardali, tutti gli scienziati a far funzionare la macchina.-.
Detto questo chiama l'ascensore e si imbarca sul medesimo alla volta del tramezzino quotidiano.
Nel caso in cui l'ascensore si bloccasse, credo che i suddetti scienziati si guarderebbero bene dall'intervenire.
Ogni giorno ha un problema: finisce il toner, si riempie il toner, si blocca, si inceppa.
I problemi aumentano quando Ciccio, uomo dalla rara delicatezza, la prende a calci.
Poco fa, nel fervore della produzione del venerdì, lanciamo a frotte le nostre stampe e ci accorgiamo che non escono.
Immaginatevi, un ufficio intero che deve fare un giornale e non può stampare una virgola e non può nemmeno fare il controllo ortografico, dato che nell'aggiornamento di Word che ci hanno caricato, l'unico correttore che funziona è quello in fiammingo....
Come un nugolo di mosche tutti a vedere che succede.
Sul display compare il segnale di errore: inceppamento zona A1 ed A2.
Apri, chiudi, smonta, fruga, pestati un dito, spegni e riaccendi (la base dell'informatica) niente.
Morta con due luci lampeggianti.
Mentre siamo lì, chi seduto, chi in piedi, chi chinato a cercare il foglio che si frappone tra noi e le agognate stampe, esce lui, il Ciccio nazionale, camicia bianca della comunione e bottone in agonia (eutanasia per il bottone, vi scongiuro), panza in fuori, braccia ampiamente discostate dal busto rotondo quanto basta per far passare la pancia, piedi da papera in fuori, imbustati in ridicole scarpe dimagranti, e ci ha: - Eh, guardali, tutti gli scienziati a far funzionare la macchina.-.
Detto questo chiama l'ascensore e si imbarca sul medesimo alla volta del tramezzino quotidiano.
Nel caso in cui l'ascensore si bloccasse, credo che i suddetti scienziati si guarderebbero bene dall'intervenire.
mercoledì 24 ottobre 2012
Pasta con salmone - versione light
Nonostante (o forse proprio per questo motivo) gli impegni lavorativi ho continuato a cucinare.
Ecco la mia versione light della pasta al salmone.
Ingredienti:
pasta integrale
salmone affumicato
pomodorini freschi
ricotta
olio
aglio
prezzemolo
Ho fatto saltare l'aglio nell'olio e aggiunto il salmone tritato. A questo ho aggiunto i pomodorini tagliati a metà e privati dei semi. Infine, per creare un sugo cremoso, ho aggiunto una ricottina stemperata con due cucchiai di acqua per la pasta.
Risulta un sugo buono, ma più leggero della tradizionale versione con la panna.
Alla fine, ho aggiunto un po' di prezzemolo tritato.
Buona appetito!
Ecco la mia versione light della pasta al salmone.
Ingredienti:
pasta integrale
salmone affumicato
pomodorini freschi
ricotta
olio
aglio
prezzemolo
Ho fatto saltare l'aglio nell'olio e aggiunto il salmone tritato. A questo ho aggiunto i pomodorini tagliati a metà e privati dei semi. Infine, per creare un sugo cremoso, ho aggiunto una ricottina stemperata con due cucchiai di acqua per la pasta.
Risulta un sugo buono, ma più leggero della tradizionale versione con la panna.
Alla fine, ho aggiunto un po' di prezzemolo tritato.
Buona appetito!
Renoir a Pavia
Approfittando del meraviglioso tempo autunnale della scorsa domenica, ancora libero dalle tremende nebbie che rendono la Pianura padana un inferno invernale, sono stata a Pavia a vedere la tanto pubblicizzata mostra di Renoir.
Avrei dovuto insospettirmi subito. 45 minuti per trovare parcheggio nella sia pur caotica Pavia, e tutti quei pullman davanti al castello dovevano farmi pensare male.
Un'ora di coda per entrare, tra gente che rinunciava e che passava avanti, per entrare.
Il "bello" era però dentro la mostra.
Almeno all'aperto si stava in coda respirando. Dentro ci siamo trovati in un'ambiente claustrofobico, dai soffitti bassi (ex scuderie), con la stessa coda per non vedere bene le opere esposte.
E per fortuna sono alta un metro e mezzo, altrimenti guai, non sapevo dove mettermi.
Le opere, ben 35, davano una bella idea della moltiplicità delle influenze pittoriche e stilistiche che hanno caratterizzato la lunga produzione di Renoir. Belli i cartelloni esplicativi... se riuscivi a leggerli.
Veloce e poco confortevole la vista delle opere, al termine della quale la Lavazza aveva ben pensato di mettere a disposizione tre macchinette per il caffè. Ogni visitatore riceveva una capsula con cui poteva farsi un caffè dopo la mostra. I tipi erano 5. Ho visto gente implorare di avere anche la varietà Roma o Napoli. Ho visto gente che si è bevuta 5 caffè uno dopo l'altro, mandando in tilt le povere macchinette e lavandosi i piedi con acqua bollente. Questo è il potere della parola gratis, che nemmeno una tachicardia può fermare.
martedì 23 ottobre 2012
Qualcosa per me
é venuto il momento di fare qualcosa per me.
L'ho deciso ieri, anche se si tratta di un pensiero inevitabile.
Ieri è stata una giornata tremenda, con il ciccio che ha messo a dura prova la pazienza di chiunque, ma, in particolar modo la mia. Io ho dato prova di insuperabile calma olimpica, ma questo schifo finisce per depositarsi all'interno della mia persona come il catrame delle sigarette nei polmoni dei fumatori.
Gloria alla valeriana, ma non è pensabile continuare così.
L'ho deciso ieri, anche se si tratta di un pensiero inevitabile.
Ieri è stata una giornata tremenda, con il ciccio che ha messo a dura prova la pazienza di chiunque, ma, in particolar modo la mia. Io ho dato prova di insuperabile calma olimpica, ma questo schifo finisce per depositarsi all'interno della mia persona come il catrame delle sigarette nei polmoni dei fumatori.
Gloria alla valeriana, ma non è pensabile continuare così.
Periodo problematico
Circa 15/20 giorni, fa, un lunedì, è cominciato un periodo lavorativo piuttosto problematico, di cui non ho ancora visto la fine.
Un sospetto mi coglie, soprattutto dopo l'episodio di ieri, ovvero che sia una forma di ritorsione voluta dal tizio indispettito di non avere più il suo pupazzo da tormentare, che mi sta creando problemi a ripetizione sul lavoro.
Accanto a questo, un vero e proprio assedio per un progetto di cui vogliono per sbolognarci le responsabilità, mi ha reso la vita un inferno.
I risultati non hanno tardato a manifestarsi. Disturbi fisici, stanchezza, irritabilità.
Necessità di sfiatare, come puntualmente è avvenuto ieri e, soprattutto, di reagire, di invertire la tendenza, di capovolgere le accuse e l'atteggiamento inquisitorio.
Oggi avrò due riunioni, vediamo che ne esce.
Un sospetto mi coglie, soprattutto dopo l'episodio di ieri, ovvero che sia una forma di ritorsione voluta dal tizio indispettito di non avere più il suo pupazzo da tormentare, che mi sta creando problemi a ripetizione sul lavoro.
Accanto a questo, un vero e proprio assedio per un progetto di cui vogliono per sbolognarci le responsabilità, mi ha reso la vita un inferno.
I risultati non hanno tardato a manifestarsi. Disturbi fisici, stanchezza, irritabilità.
Necessità di sfiatare, come puntualmente è avvenuto ieri e, soprattutto, di reagire, di invertire la tendenza, di capovolgere le accuse e l'atteggiamento inquisitorio.
Oggi avrò due riunioni, vediamo che ne esce.
domenica 7 ottobre 2012
Spinarolo al forno
Ieri è stata la giornata dell'"Omega 3", con pranzo e cena a base di pesce.
Questa la ricetta serale, semplicissima da fare, realizzata con un pesce senza lische, a parte la spina centrale, dalle carni delicate.
Ingredienti:
Spinarolo tagliato a fette
Pane grattugiato
Olio
Sale
Pepe
Prezzemolo
Ho unto una teglia con dell'olio, ho adagiato lo spinarolo sul fondo e l'ho ricoperto con pane grattugiato misto a sale, pepe e prezzemolo.
Ho completato con dell'olio e ho fatto cuocere in forno (180°) per una trentina di minuti.
L'ho accompagnato con patate al forno al rosmarino.
Questa la ricetta serale, semplicissima da fare, realizzata con un pesce senza lische, a parte la spina centrale, dalle carni delicate.
Ingredienti:
Spinarolo tagliato a fette
Pane grattugiato
Olio
Sale
Pepe
Prezzemolo
Ho unto una teglia con dell'olio, ho adagiato lo spinarolo sul fondo e l'ho ricoperto con pane grattugiato misto a sale, pepe e prezzemolo.
Ho completato con dell'olio e ho fatto cuocere in forno (180°) per una trentina di minuti.
L'ho accompagnato con patate al forno al rosmarino.
Stress in agguato
Ieri sera ho avuto un attacco di ansia, che inizia sempre con il pensiero fisso di non farcela.
Divento maldestra nei movimenti (mi sono tagliata due volte).
E poi il respiro diventa affannoso e l'ansia paralizzante.
In effetti, non ce la posso fare a far tutto.
Come reagire a questo problema?
Ho individuato alcuni sistemi per combattere il fenomeno del "cuore pesante".
Siccome il problema è l'angoscia derivante dalla mancanza di tempo per fare quello che ho in mente e la coseguente fretta che fa realizzare pasticci, semplicemente mi alzo prima.
Un'ora o due in più anche nel we per fare delle cose.
Fare ordine, e, specialmente, eliminare le cose, mi tranquillizza molto.
Ho notato che mi genera molto stress avere troppi oggetti da gestire, per cui eliminarne qualcuno mi aiuta a diminuire la pressione.
Infine, accettare il fatto di essere nervosi.
Succede.
Divento maldestra nei movimenti (mi sono tagliata due volte).
E poi il respiro diventa affannoso e l'ansia paralizzante.
In effetti, non ce la posso fare a far tutto.
Come reagire a questo problema?
Ho individuato alcuni sistemi per combattere il fenomeno del "cuore pesante".
Siccome il problema è l'angoscia derivante dalla mancanza di tempo per fare quello che ho in mente e la coseguente fretta che fa realizzare pasticci, semplicemente mi alzo prima.
Un'ora o due in più anche nel we per fare delle cose.
Fare ordine, e, specialmente, eliminare le cose, mi tranquillizza molto.
Ho notato che mi genera molto stress avere troppi oggetti da gestire, per cui eliminarne qualcuno mi aiuta a diminuire la pressione.
Infine, accettare il fatto di essere nervosi.
Succede.
venerdì 5 ottobre 2012
Mostra Picasso Palazzo Reale a Milano
Mercoledì pomeriggio sono stata alla mostra dedicata a Picasso a Palazzo Reale.
Consapevole della mia ignoranza, ho approfittato di uno sconto per una visita guidata.
Sono arrivata per ultima, dopo il lavoro.
Trafelata, ma puntualissima.
Ero l'ultima di una compagine di persone eterogenea, composta per lo più da soggetti su con l'età. Per alcuni proprio non ho capito il motivo della presenza, una sorta di collezionismo di mostre, forse, dato che giravano come caproni sperduti, cercando di stare il più vicino possibile alla nostra guida.
L'effetto gregge è stato immediato, subito è scattata l'ansia da sorpasso: a giudicare da quanto volevano stare appiccicati alla guida si sarebbero detti bambini e non certo adulti attempati, agghindati come per il ballo della rosa.
La mostra è ricca: 200 quadri provenienti dal Museo Picasso di Parigi.
Ho avuto modo, durante la visita, di apprendere molto sui periodi picassiani, la vita (lunghissima) e le passioni di Picasso (le donne e un culto esagerato di sé).
Ebbene, Picasso non mi piace affatto.
Lo trovo un uomo orribile umanamente parlando, che ha prodotto una caterva di opere per lo più sopravvalutate. Fondamentale, invece, il suo apporto per l'arte contemporanea, compreso il recupero di materiali come forma artistica e il concetto di scomponibilità della realtà.
Salverei poche cose, di quelle che ho visto.
Forse è stato più il fascino del personaggio che non il suo reale spessore a crearne il mito.
Consapevole della mia ignoranza, ho approfittato di uno sconto per una visita guidata.
Sono arrivata per ultima, dopo il lavoro.
Trafelata, ma puntualissima.
Ero l'ultima di una compagine di persone eterogenea, composta per lo più da soggetti su con l'età. Per alcuni proprio non ho capito il motivo della presenza, una sorta di collezionismo di mostre, forse, dato che giravano come caproni sperduti, cercando di stare il più vicino possibile alla nostra guida.
L'effetto gregge è stato immediato, subito è scattata l'ansia da sorpasso: a giudicare da quanto volevano stare appiccicati alla guida si sarebbero detti bambini e non certo adulti attempati, agghindati come per il ballo della rosa.
La mostra è ricca: 200 quadri provenienti dal Museo Picasso di Parigi.
Ho avuto modo, durante la visita, di apprendere molto sui periodi picassiani, la vita (lunghissima) e le passioni di Picasso (le donne e un culto esagerato di sé).
Ebbene, Picasso non mi piace affatto.
Lo trovo un uomo orribile umanamente parlando, che ha prodotto una caterva di opere per lo più sopravvalutate. Fondamentale, invece, il suo apporto per l'arte contemporanea, compreso il recupero di materiali come forma artistica e il concetto di scomponibilità della realtà.
Salverei poche cose, di quelle che ho visto.
Forse è stato più il fascino del personaggio che non il suo reale spessore a crearne il mito.
Troppo lavoro
Davvero troppo lavoro questa settimana.
L'assenza della mia collega Michela, che ha problemi a un'anca, e una serie di perniciose circostanze mi hanno portata ad essere strapiena di cose da fare.
Tanto da tornare a casa svuotata, alle 8 e mezza di sera, per poi essere di nuovo in pista la mattina alle 6.
Non sono riuscita a finire tutto.
A un certo punto oggi pomeriggio il mio cervello si è rifiutato di andare avanti, come un motore senza benzina, che tossicchia e poi ringhia, e miseramente si spegne.
Non so, finirò a casa questo weekend, se me la sentirò...
Ho bisogno di staccare, mentalmente, e soprattutto di dormire.
L'assenza della mia collega Michela, che ha problemi a un'anca, e una serie di perniciose circostanze mi hanno portata ad essere strapiena di cose da fare.
Tanto da tornare a casa svuotata, alle 8 e mezza di sera, per poi essere di nuovo in pista la mattina alle 6.
Non sono riuscita a finire tutto.
A un certo punto oggi pomeriggio il mio cervello si è rifiutato di andare avanti, come un motore senza benzina, che tossicchia e poi ringhia, e miseramente si spegne.
Non so, finirò a casa questo weekend, se me la sentirò...
Ho bisogno di staccare, mentalmente, e soprattutto di dormire.
martedì 2 ottobre 2012
Ne rimarrà uno solo
Anzi, una sola, io.
In ufficio, davanti al pc, a sostenere le sorti aziendali.
Le altre due hanno dato forfait.
In ufficio, davanti al pc, a sostenere le sorti aziendali.
Le altre due hanno dato forfait.
lunedì 1 ottobre 2012
Pasta con tonno fresco
Ecco una ricettina del fine settimana, gustosa gustosa.
Ingredienti:
pasta integrale
tonno fresco
polpa di pomodoro
cipolla rossa
filetti di acciuga
aglio
capperi
olive nere
origano
olio extravergine
Ho sciacquato sotto l'acqua fredda corrente il tonno, che poi ho tagliato a pezzettini.
Ho fatto un soffritto con olio, aglio e cipolla, l'ho salato e poi ho fatto sciogliere l'acciuga.
Ho messo il pomodoro e un pizzico di zucchero per togliere l'acidità dal pomodoro.
Ho messo i capperi, le olive tagliate a rondelle e il tonno a pezzetti.
Ho fatto cuocere per dieci minuti, giusto per avere il tonno ben cotto ma non stopposo.
Poi ho mescolato la pasta e ho aggiunto l'origano.
Buon appetito.
Ingredienti:
pasta integrale
tonno fresco
polpa di pomodoro
cipolla rossa
filetti di acciuga
aglio
capperi
olive nere
origano
olio extravergine
Ho sciacquato sotto l'acqua fredda corrente il tonno, che poi ho tagliato a pezzettini.
Ho fatto un soffritto con olio, aglio e cipolla, l'ho salato e poi ho fatto sciogliere l'acciuga.
Ho messo il pomodoro e un pizzico di zucchero per togliere l'acidità dal pomodoro.
Ho messo i capperi, le olive tagliate a rondelle e il tonno a pezzetti.
Ho fatto cuocere per dieci minuti, giusto per avere il tonno ben cotto ma non stopposo.
Poi ho mescolato la pasta e ho aggiunto l'origano.
Buon appetito.
Raffreddore con abbronzatura
Il terribile malanno che ha colto il mio caro leader la scorsa settimana, impedendogli di venire al lavoro venerdì, ha prodotto strani strascichi.
Tra questi, un'insolita riottosità a mostrarsi, davvero strana, nessuno show dopo giorni di assenza e riunioni, nessun racconto del cibo pessimo, delle litigate consuete con chiunque per motivi complicati che conosce solo lui (e che tediano tutti), nessuna scocciatura del tuitto campata in aria, solo per rimarcare il fatto che è il nostro capo...
Il problema è che siamo alle prese con un insolito malanno, che rende la gente abbronzata.
Pare che, rosso come un peperone, se ne stia chiuso al buio nel suo ufficio, strisciando silenzioso verso il bagno per non farsi beccare da nessuno, sperando che la penombra illuda i malcapitati costretti a conferire con lui.
Mi chiedevo che tipo di malattia possa essere quella che ti restituisce rosso come un peperone. Immagino che, dato che venerdì sia stato in coda sotto il sole pere andare dal medico...
Peccato che piovesse. Qui.
Peccato.
Tra questi, un'insolita riottosità a mostrarsi, davvero strana, nessuno show dopo giorni di assenza e riunioni, nessun racconto del cibo pessimo, delle litigate consuete con chiunque per motivi complicati che conosce solo lui (e che tediano tutti), nessuna scocciatura del tuitto campata in aria, solo per rimarcare il fatto che è il nostro capo...
Il problema è che siamo alle prese con un insolito malanno, che rende la gente abbronzata.
Pare che, rosso come un peperone, se ne stia chiuso al buio nel suo ufficio, strisciando silenzioso verso il bagno per non farsi beccare da nessuno, sperando che la penombra illuda i malcapitati costretti a conferire con lui.
Mi chiedevo che tipo di malattia possa essere quella che ti restituisce rosso come un peperone. Immagino che, dato che venerdì sia stato in coda sotto il sole pere andare dal medico...
Peccato che piovesse. Qui.
Peccato.
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