Sono molto scoraggiata: ho passato l'intera serata di ieri a caccia di un corso che possa ridare smalto al mio curriculum, rovinato (mi dispiace usare questo termine, ma è la pura verità) da un lavoro poco dignitoso per il mio pedigree lavorativo.
In sé non è il lavoro a essere poco dignitoso. Lo sono tutte le attività lavorative oneste, svolte con impegno. E', per la mia particolare professione, la società a essere un problema.
Quando si cerca lavoro si dà importanza alla durata del contratto e a una certa stabilità nella corresponsione dello stipendio.
Il fatto è che lavorare lì è... buttarsi via. Buttarsi via professionalmente. Non solo perché, meritatamente o meno, la società gode di scarsa fama, ma perché non ci sono percorsi professionali che migliorino competenze e conoscenze dei dipendenti.
Il risultato è che, nel giro di pochi anni, la maggior parte delle competenze e delle conoscenze acquisite vanno perse perché non utilizzate, non valorizzate, non attualizzate.
Mi sono messa d'impegno: ho setacciato ordini professionali, ho analizzato corsi e percorsi formativi. E mi sono depressa: tutti, dico tutti, anche quelli online, sono dedicati a persone con ampia disponibilità di tempo, serale o durante la settimana, e di denaro, dato che un corso costa diverse centinaia di euro.
Ma, quello che più mi colpisce di questa faccenda, è il fatto che questa offerta formativa somigli a una giungla. Non si capisce bene, infatti, se questi corsi servono a chi li propone o a chi li fa.
In altri termini, sono una fregatura per ricevere sovvenzioni dall'Unione Europea? Danno qualche opportunità reale?
Non mi sento più di fare un Master. Ne ho già fatto uno, molto impegnativo, che non ha portato a un bel nulla, se non a perdere un anno di vita e di opportunità.
Mi sento... in trappola, ecco, e molto sfiduciata.
In questo momento non vedo vie di uscita.
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