Il rancore è come un sordo ruggito di sottofondo.
Si annida nei tessuti, si insinua nelle cellule cerebrali, assedia il cuore.
Il rancore è il sintomo di una piaga sempre aperta, di un conflitto che non è scoppiato, di una battaglia mai avvenuta.
Senza diritti, in apparenza, si oppone alla stanchezza e alla rassegnazione.
Ritiene di avere degli argomenti, una forza vitale prepotente, una rabbia urticante.
Le false promesse, le lusinghe, le bugie dette per compiacere, il temporeggiare colpevole e questo sistematico, rapace, vergognoso depredare i miei diritti sono all'origine del mio rancore.
Stanchezza ed eventi eccezionali lo alimentano, come un fuoco cui basta nulla per divampare implacabile.
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