sabato 17 novembre 2012

Ciak si scatta

Nel corso di  una settimana convulsa, in un periodo difficile, l'allegra comitiva Soldi Sette si prepara a farsi immortalare da una fotografa professionista, in quel di Milano, un martedì mattina di novembre stranamente mite.
Appuntamento alle 10 dalle parti di Viale Abruzzi, ovvero in una delle zone di Milano senza metropolitana. Complimenti per l'organizzazione.

Veniamo tutti da fuori Milano, eccetto Danilo e questo ci costringe comunque a una levataccia, a girellare per un'ora in una zona, quella attorno a piazzale Dateo, in cui anche la ricerca di un bar è un'impresa.

Si tratta delle foto da mettere sulla rivista, dovremmo avere quindi un aspetto professionale, ordinato e rassicurante. Avremmo bisogno, quindi, di un parrucchiere e di un truccatore. Nemmeno a parlarne.
Io ho fatto il possibile, ma pur truccandomi da una vita ormai, non ho le conoscenze adatte per risultare bene sotto i riflettori.

Michela e io ci troviamo un'ora prima, cerchiamo il posto e, con una fortuna incredibile lo individuiamo subito. Tornando in ufficio ci rendiamo conto, invece, che non era così scontato: i numeri civici (un bene che a Milano pare un dettaglio di cui fare a meno) sono ascendenti per i pari e discendenti per i dispari in viale dei Mille!?!

Lo studio, quello che è un vero studio professionale in cui ci vanno pure le modelle, sono due/tre vani a margine di un garage, in uno scantinato.
Pareti bianchissime, un sacco di oggetti alla rinfusa, e luci incredibili.

La fotografa è una persona molto alla mano, dall'aspetto quasi bohemièm, con qualche filo grigio nei capelli e un abbigliamento quasi trovato per caso.

Trovati per caso sembravano anche i miei colleghi Pietro e Alessandra, che nemmeno per fare la foto da esporre al mondo sono riusciti a vestirsi non da straccioni.

La sessione (gira a destra, volta a sinistra, sorridi sorridi sorridi mi viene una paresi alla guancia mani su braccia giù gamba qui gira là) è durata due ore. Prima da soli, poi a gruppetti, eccoci sotto le luci dei riflettori. Come mi sono sentita?
Prima di vedere le nostre foto del backstage grassa, poi più tranquilla.

Nel frattempo, come dei bambini, giocavamo con gli oggetti trovati nell'anticamera: Io mi sono fatta fare delle foto con il metro da stoffe, quello di legno rigido. Il tempo è passato velocemente ed eravamo già sulla via del ritorno.

Un bel pezzo a piedi e una tappa al Panino giusto dalle parti di Buenos Aires. L'Ale ha defezionato (per non pagare il pranzo) e noi ci siamo goduti un panino buono e costosissimo seduti in questo bellissimo palazzo Liberty. Il ritorno, nel caldo del pomeriggio è stato faticosissimo.
Queste giornate mi stendono davvero.

Però chi l'avrebbe mai detto: ho delle foto professionali e finirò sul giornale, mio malgrado.

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