Sono arrivata in trance in stazione, ancora avvolta dagli angoscianti sogni notturni.
La Yaris non ne voleva sapere di partire, e mi abbandonava miseramente per strada tossendo come e peggio di Violetta. Quando stamattina si è messa in moto al primo colpo mi sono stupita io stessa avendo ancora difficoltà a distinguere tra realtà e sogno.
Dopo aver controllato tre (e dicesi tre) volte di aver messo le chiavi di casa nella borsetta e di non averle lasciate sul sedile, scendo dall'auto.
Faccio una ventina di passi e poi, come al solito, mi volto.
Con uno sguardo puntuto che manco un'aquila squadro la Yaris: ho spento le luci? Pare di sì. Ho chiuso la porta? Pare di sì, penso mentre agito il telecomando della chiave modello rabdomante fino a farla scattare. E il permesso?
Vedo una macchia gialla canarino sul parabrezza, che manco un daltonico potrebbe non notare. C'è.
Consapevole di essere distratta/stanca/addormentata spio ogni mio movimento e ogni azione, circospetta, sempre in ansia, temendo di perdermi qualcosa per strada.
Il treno arriva, io ci salgo e, dopo essermi accomodata, inizio il consueto rituale di controllo dei miei beni mobili e immobili quotidiani.
Chiavi casa, prima tasca, ok.
Chiavi auto, tasca due, ok.
Abbonamento treno, taschina uno, ok.
Badge, taschina uno, ok.
Ed è in quel momento che mi rendo conto del fatto che non ho con me né il Kindle, né cavetto e cuffie per il mio iPhone. E, ciliegina sulla torta, ho il cellulare semi scarico.
Posso solo sperare di non averne bisogno...
Tutta colpa della mia ansia riordinatrice: ho ficcato tutto nel cassetto, e lì è rimasto (mai cambiare borsa e mai cambiarne il contenuto, questo il primo comandamento della distratta). Ergo, mentre sms e chat piovono senza tregua, io sono costretta a un mutismo senza fine.
Niente musica in metro e addio, per oggi, al mio libro di psicanalisi spicciola che dovrebbe rivelarmi le psicopatologie del mio cuore.
Che barba gente, mi toccherà... oziare! al ritorno. E questa idea mi angoscia assai, ma mai quanto la possibilità che il treno mi molli a piedi.
Ecco, mi sono appena accorta di aver mangiato l'ultima caramella,
Cavolo, vedi cosa succede quando non si controlla abbastanza?
Uscire tutti i giorni è come affrontare una trasferta: bisogna andarci armati, oltre che di pazienza anche di... tecnologia (e viveri e acqua e golfini, non si sa mai).
Ecco, mi tempesterò di post-it per ricordarmi di recuperare la mia quotidiana dose di elettronica a uso privatistico... sperando di non perderli, dato che ormai sono abituata ai post virtuali...
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