E' tanto di moda, da qualche anno, questo pilates, da indurmi, con i consueto snobismo, a girare alla larga. Tuttavia, da quando, quest'anno, ho deciso di rimettermi in forma e arginare la decadenza fisica incipiente, mi sono ricordata che il fisioterapista mi aveva consigliato di praticare una disciplina simile allo yoga.
E così ho deciso di acchiappare al volo l'invito speditomi da una ex collega, che mi ha segnalato questo minicorso di pilates in una scuola di arti orientali relativamente vicina all'ufficio in uno dei pochi giorni alla settimana in cui la mia pausa pranzo non è ridotta a una minima interruzione, ben inferiore alla mezz'ora, a causa della maleducazione del mio prossimo.
Raggiungo il posto, al piano rialzato di un condominio nuovissimo e all'apparenza lussuoso, che spicca in mezzo ai fatiscenti palazzi popolare "vecchia Milano" della zona. Per fortuna sulle finestre hanno apposto delle decalcomanie, perché sul comunicato era riportato un civico sbagliato.
L'ambiente è nuovo, non molto grande, ma luminoso e accogliente, in cui predominano i colori chiari.
L'insegnante ha più o meno la mia età, sembra gentile anche se non molto espansiva. Ha esattamente il fisico che io vorrei avere e che ho avuto in passato. Flessibile e asciutta. Insomma, il fisico che avevo anni fa, prima di rovinarmelo con tutta questa incuria.
Scopro dopo pochi minuti che è assai difficile.
Paradossalmente è per me più semplice saltare per un'ora di ballo scatenato che non mantenere un controllo ferreo su postura e respirazione.
E, altrettanto velocemente, scopro che questa disciplina richiede la tua presenza fisica e mentale. In altre parole, devi essere assolutamente presente a te stessa, un cosa complicatissima per una come me, sempre con la testa "altrove" e "avanti".
Eccomi quindi a toccare con mano quanto scarsa sia la consapevolezza del mio corpo.
Siamo in quattro allievi e io sono la più giovane, e anche, mi duole dirlo, quella messa fisicamente peggio. Insomma, la più grassa e la più rigida. La migliore è una signora che ha l'età di mia mamma, la quale riesce a fare piuttosto agevolmente tutti gli esercizi proposti o quasi. Io, invece, che fino a poco tempo fa ero tanto flessibile da riuscire a toccare con la faccia per terra a gambe divaricate, adesso sono ingombrata da una pancia e, soprattutto, da un addome ingombrante che mi rende difficoltoso quasi ogni esercizio.
Contrariamente alla palestra, dove ci ammazzavano di ripetizioni, qui no, gli esercizi sono simili, ma vengono ripetuti con una lentezza spasmodica.
Provate voi a fare gli addominali al rallentatore....
Rientro di corsa in ufficio, "grazie" al mio orario rigido e mi sento, davvero, un'altra persona: per un'ora la mia mente si è riposata dai soliti pensieri ossessivi. Grazie agli esercizi di respirazione sono molto più rilassata e serena. Mi sento come una che... ha ritrovato diverse vertebre che aveva perso per strada!
Continuerò dopo le cinque lezioni?
Ancora non lo so, forse preferirei trovare un corso ad orari più consoni ma vicino a casa.
Insomma, se anche quest'anno la prova bikini mi vede come sempre molto impreparata, continuo a cercare di riacchiappare almeno un pezzettino della forma fisica perduta e, potendo, di quella mentale.
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