martedì 11 marzo 2014

La penitente

Questo è il nuovo soprannome che mi ha dato mia madre, quando l'ho informata del fatto che ho decido di fare una serie di rinunce in occasione della Quaresima.
 
Ogni volta le capito a tiro, compresa la mattina alle 6, mi apostrofa irridendomi con questo soprannome. - Ma le fette biscottate sono concesse, oppure anche queste sono da mettere nella lista nera?-.
 
Il principio non le è stato immediatamente chiaro. Onde evitare che il nostro killer di diete si mettesse a sfornare dolci su dolci, ieri sera, al ritorno dalla palestra, le ho detto che io, fino al 20 aprile, non avrei mangiato dolci, formaggi e salumi e non avrei bevuto bibite (un sacrificio enorme per chi, come me, è Coca Cola dipendente).
 
Questo per informarla sulle mie limitazioni alimentari autoimposte, dato che l'approfondita conoscenza del soggetto mi dà la matematica certezza che proponga l'ultimo cotechino della stagione, ricevuto in dono in un cesto natalizio, esattamente il venerdì di Passione (già successo, e di fronte alla mia faccia interdetta mi fa: - scade, vorrai mica buttarlo! -).
 
Non vi dico lo stupore, seguito da una bella risata e dal commento:- Speriamo che almeno ti faccia dimagrire.-
 
Ed è questo che mi dà da pensare: se avessi annunciato l'inizio di una feroce "dieta bikini" in vista della vicina stagione balneare, avrei ricevuto il plauso materno, anzi, la sua speranza che ritorni ad avere il fisico Twiggy che avevo anni fa, non è mai morta.
 
Se avessi detto che intendevo dare battaglia a uno dei moderni mostri fantasma, ovvero il colesterolo, allora avrei ricevuto dei complimenti a non finire.
 
Ma io non lo faccio per questo. I miei esami del sangue sono perfetti. Non ho intenzione di affidarmi a diete drastiche perché non riesco poi a sostenere un'intera giornata di lavoro e non voglio riempirmi di smagliature.
 
Voglio proprio fare 40 giorni di Quaresima, ovvero di rinunce e riflessione, così come è lo spirito originario del periodo.
 
Mi sono resa conto che, a grandi linee, ho due possibili strade da seguire: la prima che è quella di buttarmi su qualsiasi cosa mi dia l'illusione temporanea di un riempitivo, quindi cibo, oggetti (del pacchetto Quaresima fanno parte altre cose), non riflettere e non affrontare emozioni e  stati d'animo, la seconda è quella di partire dal presupposto che il dolore e il disagio non finiscono prima se fai finta di ignorarli e di "andare avanti". La rinuncia è il mezzo, a mio modo di vedere, più adatto per riprendere il controllo su me stessa. Accettare la parte emotiva, per me che sono assolutamente portata a razionalizzare tutto, abolendo quello che non è spiegabile, è il primo passo verso... l'uscita!
Il secondo sarebbe quello di viverla, ma per questo ci vuole tempo.
 
Per cui, signore e signori, buona Quaresima a tutti.
 
 
 
 

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