martedì 25 marzo 2014

Il naso

Sono seduta in metropolitana, come al solito carica di borse, avviluppata nel cavo delle cuffie, reggendo in bilico sulle ginocchia la borsetta, la custodia dell'iPhone, il Kindle e il mio quaderno degli appunti e un libro intenta a pasticciare per cercare la canzone giusta su Spotify quando il mio occhio cade sulla mia dirimpettaia.

E' una ragazza giovane, seduta nel posto d'angolo, di fronte a me. 
Oggettivamente non è una bella ragazza, ha tratti poco regolari, ed un fisico altrettanto poco regolare.
E, soprattutto, ha un gran nasone.
La vedo bene, di profilo, ha proprio una super gobba.
Cerco di osservarla senza farmi notare, non vorrei essere maleducata.

Mmmm, ha un naso proprio come il mio. 
Un bel nasottone, quello che, già in fasce, i miei avevano individuato tra i miei tratti come una poco piacevole eredità paterna, pronosticando una bella operazione correttiva da adulta.

Eppure, guardando bene la ragazza davanti a me, ne scorgo anche i pregi.
Nel suo insieme, ha un viso interessante e non scontato, un aspetto non banale, anche se poco consueto. 

Ci penso su mentre torno a casa, e la mia sorpresa è grande quando mi rendo conto che, sì, anche un volto che non rispetta canoni estetici propriamente classici può avere il suo fascino. 

Il mio, purtroppo, non li ha. 

Sarebbe opportuno e sensato farsene una ragione, cosa che, poco opportunamente e ancor meno sensatamente, io non sono stata, fino a poco tempo fa, in grado di farmene.

Però, mi chiedo, se riesco a vedere il bello anche addosso a chi ha i miei stessi chiamiamoli difetti, potrei anche trovare il modo di, non dico apprezzare, ma accettare i miei. Che per una che si è sempre vista bruttina non sarebbe affatto male.

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